Il
sosia – Fedor Dostoevskij – Garzanti -
Pagg. XXX-193 – ISBN 9788811360711
– Euro 8,50
Golia
contro Golia
Romanzo
breve o racconto lungo appartenente alla primissima produzione del
grande scrittore russo, composto un anno dopo” Povera gente”,
il suo debutto letterario, che non gode però della stessa
fortuna anche se, a ben vedere, rappresenta per la prima volta uno
dei temi portanti di tutta la sua produzione, quello dello
sdoppiamento della personalità. Embrionale in questa prova è
anche l’interesse dall’autore, sempre dimostrato poi ,
verso la realtà sociale e, già netta, la sua vivida
capacità di rappresentare la stratificazione sociale. A voler
insistere, è notevole pure la tecnica di rappresentazione dei
pensieri del protagonista e la capacità di gestire la voce
narrante; se ricordiamo che si tratta, in fin dei conti, di un
giovane scrittore alla sua seconda prova letteraria e ancora non
profondamente segnato dalle successive vicende biografiche le quali
tanta materia di ispirazione gli fornirono poi.
A
leggerlo oggi, “Il sosia”, risulta una lettura non
agevole, intrappolata la trama in un susseguirsi di albe e tramonti
che scandiscono quattro giornate del protagonista Goljadkin, “il
nostro eroe” , il quale - tutto sommato- altro non fa che
cercare di intrufolarsi in casa delle donna che ama ma che appartiene
ad un rango sociale che non prevede la sua presenza: tutto è
per lui negazione. Nessuno lo riceve, nessuno lo nota, il suo è
un anonimato che vive infine il paradosso, improvviso, di essere
duplicato in un altro essere vivente in tutto e per tutto uguale a
lui. Inizialmente, seppur stupito per l’incontro inaspettato e
fonte di grande tensione emotiva, il povero Goljadkin accetta il suo
sosia , lo accoglie e lo riceve perfino in casa, ma già dal
mattino dopo il suo doppio lo surclassa, lo sminuisce, arrivando a
sostituirsi a lui pure in ufficio e in ogni luogo della vita sociale
dove Goljadkin avrebbe ambito manifestarsi, senza riuscirci. Il sosia
sarà protagonista assoluto però, ben accetto da tutti,
l’esatto contrario della sua matrice.
Non
è semplice la lettura perché è un dato di fatto
che tale rappresentazione scenica non può essere reale, tutto
è creato nella mente malata del protagonista, eppure il
lettore è portato a leggere la vicenda e a viverla come se i
protagonisti fossero scenicamente due. Più volte mi è
capitato di soffermarmi a pensare i singoli episodi mettendo in scena
solo il Goljadkin senior , ma, credetemi, non è stato
semplice, Il Goljadkin junior si riaffacciava prepotentemente nella
scena, la faceva tutta sua, soffocava il nostro eroe e lo annientava
lentamente …
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