Cento
poesie d'amore a Ladyhawke – Michele Mari –
Einaudi – Pagg. 111 – ISBN 9788806181123
- Euro 12,00
Un
nuovo canzoniere
Come
un novello Dante, Mari scrive la sua” Vita Nova” almeno
nel senso che raccoglie in un canzoniere- ma qui siamo già a
Petrarca - le liriche composte in età giovanile e avente come
oggetto il suo amore per una ragazza. Non vi è però
rinnovamento alcuno ma una sorta di rimpianto per un amore che
avrebbe potuto materializzarsi e invece è rimasto in bocciolo
semplicemente perché non dichiarato. A trent’anni di
distanza, alcune liriche rivelano che l’amore non era
unidirezionale, ma semplicemente taciuto non ebbe modo di rivelarsi.
Eppure è stato potente, tanto da imprimersi nella mente del
giovane liceale e dell’uomo adulto che ora pare prendere le
giuste distanze con una garbata autoironia. Si passa dunque dal tono
elegiaco : “Vederti e innamorarmi/è stato un punto
solo/e chi la giudicasse frase fatta/sappia che se pecca/è per
difetto/perché la visione/ nemmeno contemplò l’amore/
ma fu direttamente previsione/di tutto il patimento destinato”
al più disincantato: ”Come un serial killer/faccio
pagare alle atre donne/la colpa/di non essere te”. Questo a far
capire il possibile scarto registrabile tra una poesia e l’altra,
tutte brevi nell’ordine di pochi versi o al più di
qualche strofa, ricche di citazioni che spaziano da Psyco a
Cavalcanti, passando per Tolstoj e Shining di King con incursione
perfino nel mondo dei tre porcellini. Non è nelle mie corde.
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