A
volte ritorno – John Niven – Einaudi –
Pagg. 388 – ISBN 9788806225803
– Euro 13,00
Dio
non è sereno, è particolarmente scontento del
comportamento umano, ma soprattutto osserva quanto accade sulla
terra, ed è la distruzione: il mondo va a rotoli. Che cosa
fare per risolvere la cosa? Forse mandare ancora una volta suo figlio
Gesù sulla terra potrebbe aiutare. Gesù si troverà
catapultato nel ventesimo secolo e come fare per comunicare con
un’umanità? Soprattutto come fare arrivare il messaggio
del padre Dio, all’umanità “Fate i Bravi”?
Quale mezzo migliore se non la televisione con i suoi talent?
L’idea
è interessante, ma trovo lo stile narrativo di Niven
irriverente nonostante concordi perfettamente con l’ambientazione
ironica. La trama ha, di base, un messaggio importante: la denuncia
sociale e critica religiosa che porta senza dubbio a vari spunti di
riflessione.
A
volte ritorno è un romanzo decisamente sopra le righe. Dio
arrabbiato e il figlio che a malincuore obbedisce agli ordini del
Padre nel discendere e risolvere per quanto possibile, il problema:
la maleducazione, la strafottenza, l’egoismo dell’essere
umano… è geniale, ma come dicevo l’approccio
narrativo in cui l’autore sviluppa questa idea, mi lascia
perplessa. Quello che mi chiedo è: Davvero per fare
rivoluzione bisogna essere fuori di testa? Ovvero: solo con la droga
e l’essere totalmente disinibito con un linguaggio scurrile si
può fare rivoluzione?
La
parte iniziale del libro mi ha divertito e mi ha fatto sorridere, un
Dio e un Gesù che fanno rivoluzione per portare un messaggio
cercando di ricostruire quell’equilibrio ormai spezzato sulla
terra, ha catturato totalmente il mio interesse, ma dopo un po’
la lettura mi ha stancata e mi sono dovuta forzare moltissimo nel
portarla a termine, e me ne dispiace moltissimo, perché,
nonostante le recensioni contrastanti avevo molte aspettative.
Il
ritratto che John Niven fa della società americana (che
rappresenta un po’ tutta la società mondiale di questo
secolo) è decisamente realistico, il ritratto che fa della
Chiesa e di tutte le religioni è dissacrante e veritiero,
cinque secoli di storia umana sono esaminati e giustamente (?)
ridicolizzati, ma ho trovato che il linguaggio usato abbia
appesantito la narrazione portandomi alla noia ancor più della
riflessione.
Citazioni
tratte da: A
volte ritorno
–
Sai
com’è… – Satana si svacca sulla sedia,
parlando con la bocca piena. –Detesto rammentarlo per
l’ennesima volta, ma quella vecchia storia del libero
arbitrio…
Si
è rivelata una vera fregatura, temo.
–
Non
c’erano alternative, – risponde Dio.
–
Facci
caso, – dice Satana. – Nessuno ha fatto il mio gioco più
dei cristiani duri e puri.
–
In
che senso? – chiede Dio.
–
L’idea
del peccato. Ci sono dei tipi che la metterebbero in culo a chiunque
per racimolare qualche soldo, ma sono convinti che se trottano a
messa ogni domenica e ripetono a pappagallo di credere in te
finiranno ai piani alti.
Invece
penso che chi si spara qualche innocuo spinellino o si sniffa qualche
riga di boliviana finisce qui!
–
Non
ti stufi di tutte queste inculate? – chiede Dio.
–
È
un’ossessione, la tua, quella per il buco del culo.
–
Faccio
il frocio con il culo degli altri, dici? – se la ride Satana.
–
Ti
dico una cosa… – continua Satana. – Visto come
vanno le cose lassù, adesso per me è una vera
passeggiata.
Tutti
quei reality show? L’unica ambizione di quei ragazzi è…
– qui Satana fa una vocina da adolescente idiota –
«essere cioè davvero, davvero famoso!» Insomma,
tutto un pianeta di ego ipertrofici che gridano al prossimo:
«Guardami! Guardami!» A nessuno frega di più una
cippa di imparare qualcosa. Nessuno è interessato a eccellere
in qualcosa per il gusto di farlo.
In
ogni caso, ormai la frittata è fatta, pensa Dio con un
sospiro, mentre si rende conto della piega che stanno prendendo i
Suoi pensieri. Qualcuno avrebbe dovuto rispiegare al genere umano
cosa significa «Fate i bravi».
Io
sono a favore della pena di morte. Chiunque commetta un crimine
orrendo deve ricevere una punizione adeguata. Così la volta
dopo impara. (Britney Spears)
Katia
Ciarrocchi
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