Semi
nudi – Franca Canapini - puntoacapo
- Pagg. 130 - ISBN 978-88-31428-33-0 - Euro 15,00
Ricevere
in dono un libro è sempre stata per me, fin da piccola, una
pillola di felicità. E così è successo quando
mi sono trovata nella cassetta della posta la nuova silloge di Franca
Canapini – SEMI NUDI -.
Nel
ringraziare Franca di questo graditissimo dono, desidero lasciare
qualche mia impressione di lettura con parole in libertà.
Leggere
poesie è diverso dal leggere racconti o romanzi, leggere
poesie è come entrare in un paese incantato. E non è
forse così il paese dell’anima? Sì, perché
la poesia incanta, affascina, avvolge, accende luci.
E
tutto questo, come mi aspettavo, l’ho trovato nelle poesie di
Franca. Ho avuto modo di conoscere la sua poetica dai testi postati
sul suo blog (lieve2011) e da altre sue pubblicazioni, così
ho cercato in questa sua ultima silloge le “novità”.
Non sono certo rimasta delusa.
Ho
voluto “gustarmele” con la dovuta calma seduta in
terrazza circondata da sole e fiori. Già, i fiori. Fra una
poesia e l’altra osservavo i miei vasi nei quali avevo messo i
semi delle surfinie rimasti dall’anno scorso, “semi nudi”
appunto ma che sono diventati anche quest’anno dei bei fiori
colorati che rallegrano e rasserenano lo sguardo. Ecco, ho pensato,
anche le poesie di Franca sono come i miei semi trasformati in fiori
di parole multicolori.
“Semi-
nudi” inoltre come i poeti poiché con le loro parole si
svestono mostrando la parte più recondita della loro anima,
come generoso e prezioso dono.
La
silloge di Franca Canapini spazia dal personale ( ricordi, dediche,
riflessioni) all’universale (modi di vita e di sentire, notizie
dal mondo ecc.). Non manca naturalmente l’ispirazione
scaturita dall’osservazione della natura che ci circonda e
della quale la poeta sa cogliere il muto linguaggio e lo canta.
Voglio qui riportarne qualcuna delle une e delle altre, iniziando con
questa che, è, sì, personale, ma potrebbe
rappresentare il vissuto di tante donne:
C’è
una pace dolce a mezzogiorno
tra le ombre oblique dei
cipressi
stregati dal richiamo dell’azzurro
Una
cicala canta l’estate
Occhi
negli occhi so che approvate:
ho dato e dato –
magari errando a volte
ma senza risparmio di me
stessa
per amore, sempre
Ora
è mia l’estate, ora è per me
questa
pace dolce a mezzogiorno
tra le ombre dei cipressi
decisi
a dare la scalata al cielo
Un’ape
ronza sulla zinnia gialla
leggera,, oggi, vive per sé
Ed
ora, ecco lo spettacolo della natura che ammalia, in cui la poetessa
si riconosce immagine passeggera, presa in un giro immortale
(prendendo a prestito i famosi versi di Ungaretti). Poesia, la
prossima, da leggere magari con il sottofondo della celeberrima
Moonlight di Beethoven:
In
una sera così
di mezza luna e qualche
stella
d’alberi tutti in fiore tra le
luci
nell’aria che s’intenera
non
si dorme e non si veglia
cullati dalle ninne degli
uccelli
quietamente si trasogna
In
una sera così
ci facciamo aria
erba
fiore
nulla
Io
ho trascritto due delle tante poesie che mi hanno colpito
particolarmente, ma certamente la raccolta è molto
interessante ed eterogenea, ci sono originali metafore, versi in
altre lingue, un florilegio di parole poetiche, come una partitura
musicale con le sue variazioni di tempo. Oso proporre di seguito
qualche esempio di accostamento dei vari tempi della musica con le
parole:
Andante
: torno all’acqua/in un lento andare/di risacca
Adagio
: Paghe dormono le rose del gioco diurno con il sole/dormono le
iris gialle e quelle blu/le corolle dei papaveri si sono chiuse/anche
le ginestre hanno spento le luci…
Grave
: …c’è un singhiozzo muto/che cade dai tuoi
occhi/e contamina il paesaggio/un singhiozzo antico di millenni/che
confligge con le primavere/come qualcosa d’irrisolto
Mosso
: Da dove viene il vento d’inverno/che mi sveglia e assedia
la casa?/ Di quali di quante creature/stanotte trascina il
tormento?...
Poesia,
dunque, come musica, (non sono forse sorelle?) a volte dolce, a volte
forte, malinconica, allegra, vivace e così via. Per ognuna una
sua peculiare armonia. Non posso far altro che consigliarne la
lettura. Ognuno potrà trovare sicuramente i versi con i quali
si sentirà in sintonia.
Perché
poetare è come seminare in campo fertile e così ha
fatto Franca Canapini. I semi si sono trasformati in parole, che ci
attraggono, ci fanno riflettere, ci commuovono anche, e ci
stupiscono per la loro originalità e bellezza.
Lasciando
ad ognuno il piacere di leggere questa bella raccolta poetica,
voglio terminare queste mie riflessioni con questi versi che trovo
molto intensi e significativi:
….
Ho
di fronte le mia anima / ne sono inesorabilmente attratta /
Si
sta bene ricongiunti, sì, così bene / che sembra non
mancare niente /…
Il
merito, la peculiarità, il valore della poesia è
proprio quello di dar voce a quel famosissimo essenziale
invisibile agli occhi (Il Piccolo Principe), di far parlare
l’inspiegabile, di scavare (ancora Ungaretti) e veder
tramutarsi i semi nudi in fiori di poesie multiformi e variopinte,
messaggere di bellezza spirituale, così importante e
necessaria al nostro vivere. Franca Canapini ci prova e ci riesce.
Giovanna
Giordani
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