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  Letteratura  »  Viva la vida!, di Pino Cacucci, edito da Feltrinelli e recensito da Katia Ciarrocchi 15/10/2021
 
Viva la vida! - Pino Cacucci – Feltrinelli – Pagg. 77 – ISBN 9788807883491 – Euro 7,00



Questo libricino di appena 77 pagine nasce come monologo teatrale mai andato in porto, cosicché Pino Cacucci decide ugualmente di condividerlo con un pubblico: quello dei lettori.
Viva la vita dovrebbe ripercorrere le tappe più importanti della pittrice messicana Frida Kahlo, ma io sinceramente non sono riuscita a coglierne l’essenza.
Cerco di spiegarmi meglio.
Frida è una delle artiste più affascinanti e combattiva che ho avuto modo di apprezzare, con una vita travagliata ma vissuta con grande passione, che è riuscita a riprodurre, in tutte le sue espressioni, nell’ arte. Passione, tragedia, dolore e attaccamento alla vita, sentimenti che hanno caratterizzato Frida Kahlo, impulsi che io non sono riuscita a cogliere tra le pagine di Cacucci.
Il libro è suddiviso in due parti: Frida si rivolge al lettore e ripercorre i suoi sentimenti, l’autore ripercorre in poche parole la vita di Frida, e l’essenza dell’essere come tale? È proprio la parte della donna fragile ma con due attributi tanto, la guerriera che nonostante tutte le difficoltà porta a casa il risultato, proprio l’artista mi è mancata.
Forse la mia immaginazione non mi ha permesso di vedere con la mente quello che magari avrei apprezzato su un palcoscenico.
Purtroppo, e mi ripeto visto che vado controcorrente rispetto ai tanti che hanno letto e apprezzato il libro, a me è mancata l’anima di Frida Kahlo, quella che tanto ho amato e amo.


Citazioni tratte da: ¡Viva la vida!

La morte può essere crudele, ingiusta, traditrice… Ma solo la vita riesce a essere oscena, indegna, umiliante.

Che beffa. Nessuna vita è facile, lo so. Ma ce ne sono alcune che sembrano una presa in giro. A volete, spero davvero che siano degli dèi, qualche divinità capricciosa, a prendersi gioco di noi, perché se tutto questo fosse soltanto casualità, allora… sarebbe intollerabile!

Ma a che mi servono le gambe, se ho le ali per volare… Frida Kahlo

Io non sono malata. Sono a pezzi.
Io non ho narrato il dolore dipingendo l’universo di me stessa, perché il dolore non si può raccontare.
Il dolore è un urlo lacerante, un ruggito a denti stretti, una litania di gemiti, un delirio di parole spezzate, frantumate…
Parole mutilate dal dolore.
Io ho dipinto solo me stessa, perché si è soli nella sofferenza, perché la sofferenza genera solitudine.

La pazzia non esiste. Quante volte avrei voluto fare quello che mi pareva nascondendomi semplicemente dietro il velo della pazzia… Ma la pazzia non esiste.
Siamo gli stessi che eravamo e che saremo. Senza dover contare sul destino idiota.
Si può provare odio per le proprie sensazioni?
Si può odiare il dolore?
Io non ho odiato il dolore, eppure… contro di lui ho lottato, ho combattuto, ho vinto e ho perso battaglie quotidiane.
Ma è la stanchezza ad aver vinto la guerra.

I cambiamenti ci sconcertano, ci terrorizzano, perché noi cerchiamo la calma, la pace, perché noi anticipiamo la morte morendo in ogni istante della nostra vita.
Poi, la somma la chiamiamo DIO, oppure LIBERTÀ…
Io l’ho chiamata AMORE.


Katia Ciarrocchi


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