Aforismi
e magie – Alda Merini – BUR – Pagg.
VII-185 – ISBN 9788817070454
– Euro 11,00
Aforismi
a mo’ di versi
“I
poeti sanno/ quando devono/ smettere di scrivere”: si chiude
con queste parole di grande saggezza il libro dal titolo Aforismi e
magie dell'indimenticabile Alda Merini, tra le massime voci poetiche
italiane del secolo scorso, e non solo.
Pubblicato
da Rizzoli in prima edizione nel 1999 (precedendo così di
dieci anni la scomparsa dell'autrice), esso raccoglie non soltanto
testi poetici veri e propri, alcuni in modo particolare di notevole
bellezza e profondità, ma soprattutto una nutrita serie di
aforismi – “il meglio” sottolinea Benedetta
Centovalli, all'epoca alla direzione letteraria della casa editrice
lombarda – comparsi a partire dall'inizio degli anni Novanta
per lo più in diverse edizioni fuori commercio e in tiratura
assai limitata; si trattava delle numerosissime plaquette edite
pressoché artigianalmente da Pulcinoelefante, minuscola realtà
editoriale con sede a Osnago (in provincia di Lecco) a cui nel 1982
aveva dato vita Alberto Casiraghi, classe 1952, scrittore e
illustratore.
Non
a caso, la raccolta in questione è impreziosita proprio dai
disegni di quest'ultimo, che la stessa Merini considerava “uno
dei più originali pastellisti del Novecento”. Un
connubio artistico e umano, il loro, assai fecondo che ha creato
oltre cinquecento piccole preziose pubblicazioni, addirittura esposte
in mostra al Castello Sforzesco di Milano in anni passati.
La
lettura di questi aforismi, riportati a mo' di versi, è molto
piacevole e scorrevole, sebbene tanti fra essi invitino spesso a
soffermarvisi più a lungo e a riflettere. Come afferma la
Centovalli nella sua nota introduttiva, quella della Merini, anche
stavolta, si rivela una scrittura capace di “imprigionare in
una breve frase tutta l'armonia o tutto il disincanto del mondo.”
Una
scrittura, a seconda dei casi, intrisa pure di ammirabili ironia e
senso dell'umorismo che sembrano scandagliare e prendere in giro la
vita, a dispetto delle amarezze, disillusioni e torti che essa
immancabilmente non ci risparmia. Un buon numero di scritti è
riservato alla Poesia e ai poeti, un altro all'amore, pure con
qualche nota erotica, così come non vengono dimenticati follia
e malattia in generale, Dio e la religione, tempo e morte
attraversando le stagioni dell'esistenza.
Tra
i tantissimi che ho apprezzato, cito i seguenti:
“Ho
il colon
ustionato
dai
versi.”
“Io
amo
ciò
che non
si
dice.”
“La
casa della Poesia
non
avrà mai porte.”
“Non
cercate
di
prendere i poeti
perché
vi scapperanno
tra
le dita.”
“Anche
la follia
merita
i suoi applausi.”
“Lo
sconforto
non
tiene mai conto
del
firmamento.”
“Non
esiste
né
un principio
né
una verità:
l'unica
cosa che può fare l'uomo
è
di sopravvivere all'universo.”
“È
un filosofo puro il poeta,
che
va sulle montagne
a
cogliere l'ultima stella.”
Consiglio
a tutti di farsi dono di questa lettura, un doveroso omaggio alla
Poetessa dei Navigli.
Laura
Vargiu
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