Il
dottor Bergelon – Georges Simenon -Adelphi –
Pagg. 195 – ISBN 9788845936524
– Euro 18,00
Come
i miraggi tra le palpebre socchiuse
Ancora
una volta, nella narrazione del belga, è una tranquilla
esistenza a essere scossa, spetta questa volta al giovane medico
condotto, Bergelon, un trentenne ammogliato e con due figli che vive
all’apice della sua tranquillità borghese. Accantonati i
vecchi fantasmi familiari, un padre di certo alcolizzato, il medico
della modesta provincia settentrionale francese, mena la sua
esistenza lungo i binari della quotidianità, consapevole che
anche in quel suo piccolo mondo c'è chi vive agli alti piani e
chi invece brulica nel sottosuolo. Egli è nel mezzo. Tentato
da miraggi economici che poi nemmeno gli interessano più di
tanto - è la moglie che governa l’economia domestica
facendogli subire una gestione parsimoniosa e non giustificata -,
accetta di portare i suoi clienti al ricco dottor Mandalin,
proprietario di una lussuosa clinica, precipitando così nel
ceto sociale più basso, quello popolare dei suoi clienti, che
frequenta per via della sua professione, e al quale si rivolge
perennemente tentato. Alcool e prostituzione, le sirene.
Jean
Cosson, un suo giovane cliente, ve lo trascina dopo che la moglie e
il figlio muoiono per una approssimativa gestione del parto della
primipara nella prestigiosa e costosa clinica. Il giovane infatti,
inconsolabile, sviluppa un’ossessione nei confronti di Bergelon
e lo minaccia a più riprese di morte in un crescendo di
tensione che parrebbe naturale far sfocciare nell’omicidio,
rappresentato come pressante e imminente per gran parte della
narrazione.
Eppure
Bergelon non muore: la terribile notte peccaminosa che avrebbe potuto
consumarlo per il senso di colpa lo porta alla rinascita, si sente
irrimediabilmente attratto dal suo persecutore, non fa nulla per
evitarlo e anzi lo cerca, il segreto del persecutore che lui ha
scoperto è in fondo l’essenza della sua natura più
intima…
”Qual
è il momento esatto in cui uno si accorge che un vestito è
diventato troppo stretto?"
Bergelon,
su consiglio della moglie, lascia infine il paesello per un anticipo
delle vacanze estive, parte solo e come già il suo più
famoso predecessore Popinga in “L’uomo che guardava
passare i treni” cerca la sua libertà. La
troverà?
Geniale
come sempre.
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