Il
soldato Schwendar – Hugo von Hofmannsthal –
Via del Vento – Pagg. 48 – ISBN 9788862261173
– Euro 4,00
Prose
inedite
In
chiusura dell'anno del suo trentennale, la piccola casa editrice di
Pistoia Edizioni Via del Vento ha riportato all'attenzione dei
lettori italiani un celebre autore mitteleuropeo di cui nel nostro
Paese ancora tanto materiale attende di essere conosciuto: Hugo von
Hofmannsthal (1874-1929).
Pubblicato
lo scorso autunno, “Il soldato Schwendar” è un
volumetto – il n. 83 della bellissima Collana «Ocra
gialla» – assai prezioso e di particolare fascino che
raccoglie alcuni testi inediti di questo scrittore, poeta e
drammaturgo viennese noto anche per le sue collaborazioni in campo
musicale con il compositore tedesco Richard Strauss. Vengono qui
proposte quattro prose tratte da un ricco corpus che, come ci informa
nella sua attenta postfazione la curatrice dell'opera, Claudia
Ciardi, alla quale si deve per di più un impeccabile lavoro di
traduzione, è stato divulgato dopo la scomparsa di
Hofmannsthal; tra queste, spicca anzitutto “Storia di soldati”
(Soldatengeschichte), da cui è stato estrapolato il titolo
redazionale “Il soldato Schwendar” assegnato all'insieme
della breve raccolta: un racconto rimasto forse volutamente
incompiuto di ambientazione militare, dove è possibile
rinvenire traccia dell'esperienza dell'autore in veste di
sottotenente dei Dragoni in uno dei territori dell'allora impero
asburgico. Pagine la cui stesura risale al 1895-1896 e
contraddistinte, fin dall'incipit, da una scrittura fluida, intensa,
coinvolgente, tutt'altro che priva di introspezione
psicologica.
“[...]
Si alzò. La luce lunare splendeva sulle due lunghe file di
letti uguali e ombre tetre e pesanti separavano i corpi dei dormienti
come abissi. Le macchie scure che si stendevano sotto gli occhi e le
labbra conferivano ai loro volti qualcosa di straniante,
sproporzionato. […] La camerata diveniva sempre più
luminosa, e lui era sempre più oppresso dalla vicinanza di
queste persone che giacevano avvolte nei loro corpi addormentati
ignorando i suoi tormenti. […] Nella luce che riempiva quasi
tutta la stanza di un lucore pacato, stava avvenendo un cambiamento.
Durò solo un attimo: sembrava una cosa sorta lì, ma
avrebbe potuto anche venire da fuori. Non era altro che un tremolio,
come l'ondeggiare di una luce lontana. Poi quella luce si dissolse e
tutto fu come prima. Ma la sua anima fu presa con soprannaturale
rapidità dal presentimento, dalla certezza che fosse stato un
segno, un segno per lui, il riflesso del cielo squarciato, il
riflesso di un angelo che scivolava sull'edificio. [...]”
Di
chiari echi autobiografici appare intrisa, in generale, l'opera di
Hofmannsthal, qualcosa che affiora, per riprendere le efficacissime
parole della Ciardi, “nell'inafferrabile mescolanza di vita e
slancio fantastico, di superficie e immersione, lampi che lasciano
dietro di sé la scia di un prodigio.” Anche il breve
testo “Il paese di montagna”, del 1896, ritrae un
ambiente di cui chi scrive sembra avere conoscenza diretta, sia per
quanto concerne il luogo in sé sia il tipo di gente che vi si
ritrova, mentre sapienti pennellate malinconiche e poetiche
impreziosiscono queste righe.
Al
nuovo secolo, invece, appartengono gli appunti che completano il
volumetto, raccolti sotto i titoli de “Il parco” e
“L'uomo della sera”. Non meno profonda e coinvolgente si
rivela la loro prosa, in particolare quella del primo scritto, dove
la dimensione onirica si intreccia a quella reale e la memoria si
smarrisce lungo il fluire ineludibile del tempo e delle stagioni
umane. L'anima del poeta sembra seguire percorsi mentali tutti suoi
che si perdono in mille rivoli, tra passato e presente.
“[...]
Ma com'è che ora l'angoscia si fa più intensa? C'è
la consapevolezza che la strada, i muri del parco siano così
vicini e che là dietro non si vada da nessuna parte, presto
calerà il sole [...]”
“Der
Dichter hat woanders seinen Weg”, recita un verso dello stesso
Hofmannsthal che ritorna alla mente d'un tratto leggendo queste
pagine. Il poeta ha certamente altrove la sua strada, un altrove
sfuggente e precluso ai più.
Una
pubblicazione di grande importanza, questa dedicata a Hugo von
Hofmannsthal, come del resto tutti i lavori delle Edizioni Via del
Vento il cui catalogo completo può essere visionato sul sito
web www.viadelvento.it
Appassionata
studiosa, scrittrice, traduttrice, saggista, Claudia Ciardi ha curato
numerosi volumetti per le Edizioni Via del Vento: il suo “cuore
greco-berlinese” l'ha condotta, solo per citare alcuni nomi, a
Thomas Mann, Robert Musil, Lou Andreas Salomé e Konstantinos
Kavafis. Al seguente link, sul sito della casa editrice, la sua
scheda biobibliografica:
http://www.viadelvento.it/chisiamo/autore.php?id=81
Laura
Vargiu
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