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  Letteratura  »  Neve, di Maxence Fermine, edito da Bompiani e recensito da Katia Ciarrocchi 06/03/2023
 
Neve – Maxence Fermine – Bompiani – Pagg. 107 – ISBN 9788845242618 – Prezzo Euro 12,00



Giappone, fine Ottocento. Yuko, diciassettenne ribelle, lascia la famiglia per diventare poeta. Ma la sua poesia, dedicata interamente alla neve, è troppo bianca, e per imparare a darle colore Yuko deve seguire gli insegnamenti del vecchio poeta Saseki, ormai divenuto cieco. Saseki, attraverso il racconto della sua passione per Neve, una ragazza bellissima venuta dall’Europa e scomparsa mentre cercava di attraversare un precipizio sospesa su una fune, insegna a Yuko la forza e la potenza dell’amore. E con questo insegnamento Yuko diverrà non solo un grande poeta ma – cosa più importante – un essere umano capace di amore.

Nonostante la disapprovazione del padre monaco, Yuko osserva l’inverno ogni anno, trasferendo su carta le emozioni che gli suscita, nascono così i suoi preziosi haiku che ben presto attireranno l’attenzione dei molti.
Scopro solo dopo aver letto “Neve” che è parte di una trilogia dal nome “La trilogia dei colori”, e la cosa che accomuna i tre libri sono l’amore e la perdita, sentimenti e personaggi che ruotano intorno al protagonista principale.
Lo stile scelto dall’autore si alterna tra brevi capitoli e haiku con sensibilità che ricorda il rumore della neve in tutta la sua soffice essenza.
La sostanza della storia, che sconfina in un sogno infinito, è l’amore che assume un significato più profondo e universale in un contesto onirico. In Neve è marcata l’idea  che l’amore sia un sentimento che trascende il tempo e lo spazio, e che sia presente in tutte le forme di vita: una forza immortale e senza fine che continua a esistere anche dopo la fine della storia.
Neve è una fiaba che dona armonia, pace e poesia anche se la seconda parte del libro potrebbe, forse, essere considerata un po’ macabra, ma in fondo quale favola non lo è?
Neve di Maxence Fermine è un piccolo gioiello incastonato tra la trasparenza della parola e lo splendore dell’immagine.



Citazioni tratte da Neve di Maxence Fermine

Padre” disse il mattino del suo compleanno in riva al fiume argentato, “voglio diventare poeta.” (pag 13)

La poesia non è un mestiere. È un passatempo. Le poesie sono acqua che scorre. Come questo fiume.”
Yoko tuffò lo sguardo nell’acqua silenziosa e lesta.
Poi si voltò verso il padre disse:
E’ esattamente quello che voglio fare. Imparare a guardare il tempo che scorre.” (pag 13)

Che cos’è la poesia?” domandò il monaco.
È un mistero ineffabile,” rispose Yuko. (pag 14)

La poesia è innanzitutto pittura, coreografia, musica e calligrafia dell’animo. Una poesia al tempo stesso quadro, danza, musica e scrittura della bellezza. (pag 33)

Non fidatevi delle apparenze. Servono soltanto a smarrirsi. (pag 49)

Perché? In verità, il poeta, il vero poeta, possiede l’arte del funambolo. Scrivere  è avanzare parola dopo parola su un filo di bellezza, il filo della poesia, di un’opera, di una storia adagiata su carta di seta.
Scrivere è avanzare passo dopo passo, pagina dopo pagina, sul cammino del libro. Il difficile non è elevarsi dal suolo e mantenersi in equilibrio sul filo del linguaggio, aiutato dal bilanciere della penna. Non è neppure andar dritto su una linea continua e talvolta interrotta da vertigini effimere quanto la cascata di una virgola o l’ostacolo di un punto. No, il difficile, per il poeta, è rimanere costantemente su quel filo che è la scrittura, vivere ogni ora della vita all’altezza del proprio sogno, uno scendere mai, neppure per qualche istante, dalla corda dell’immaginazione. In verità, è difficile e diventare funambolo della parola.” (pag 89)

Ci sono due specie di persone.
Ci sono quelli che vivono, giocano e muoiono.
E ci sono quelli che si tengono in equilibrio sul crinale della vita.
Ci sono gli attori.
E ci sono i funamboli. (pag 105)


Katia Ciarrocchi


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