L'
inverno dei leoni.
La saga dei Florio - Stefania
Auci - Nord - Pagg. 688 - ISBN 9788842931546
- Euro 20,00
"L´inverno
dei leoni", seconda opera della saga dei Florio scritta da Stefania
Auci, è un romanzo che ci trasporta nella Sicilia del XIX secolo,
dove la famiglia Florio, una delle più potenti e ricche dell´isola,
si trova ad affrontare nuove sfide. L´autrice dopo averci
presentato i protagonisti e la storia della famiglia ne "I leoni di
Sicilia", narra come la dinastia Florio continua a prosperare, ma
anche di come affronterà un periodo difficile della storia italiana
e siciliana.
Il
romanzo mostra come i Florio siano stati in grado di costruire la
propria fortuna, ma anche come questa fortuna li abbia resi una
famiglia di potere e influenza; ascesa possibile grazie a una
combinazione di intelligenza, coraggio e determinazione, ma anche
grazie alla capacità di legarsi alle sfere politiche e sociali
dell´epoca.
Ignazio,
un uomo di grande disciplina e rinuncia, dotato di notevole capacità
imprenditoriale, è riuscito a far crescere il patrimonio della sua
famiglia, d´altra parte, il figlio Ignazziddu, giovane e
spensierato, che eredita tutto ciò che suo padre ha costruito, ha
paura di essere schiavo del nome di famiglia, cerca il piacere e non
ascolta la voce del dovere, portando così la famiglia alla
rovina.
La
moglie di Ignazio, Giovanna, è una donna austera e misurata, che ha
accettato le menzogne del matrimonio e si è rassegnata a vivere con
le briciole dell´amore. Franca, invece, nuora di Giovanna, è una
donna di grande stile e bellezza, che ha fatto della sua eleganza e
del suo glamour una corazza; tuttavia, dietro la sua fama e i suoi
gioielli, Franca nasconde un profondo dolore e soffre in
silenzio.
"L´inverno
dei leoni" ci presenta una Sicilia sconvolta dalle tensioni
politiche e sociali, con un´atmosfera densa di intrighi e colpi di
scena.
Nel
romanzo "L´inverno dei leoni", l´autrice Stefania Auci si
concentra sulle relazioni tra i membri della famiglia Florio, che
devono affrontare le difficoltà economiche, politiche e sociali
dovute all´incapacità di Ignazziddu di gestire e mantenere il
patrimonio familiare. I personaggi, descritti magistralmente, si
trovano a lottare contro le proprie paure e i propri demoni interiori
in un´atmosfera tesa e incerta.
Attraverso
il libro, l´autrice affronta temi come l´amicizia, l´amore e la
solitudine, mettendo in luce quanto le relazioni umane siano
difficili e complesse da navigare. I personaggi descritti sono
credibili in tutte le loro emozioni, e la narrazione è coinvolgente,
con una forte attenzione ai dettagli storici: riesce a catturare il
lettore con una narrazione che racconta il lento declino della
famiglia Florio, trasportandolo in un´epoca passata.
Tuttavia,
nonostante la sua innegabile bellezza, "L´inverno dei leoni"
sembra perdere parte della magia presente nel primo libro della saga,
"I leoni di Sicilia". Perlomeno è quello che ho avvertito: un
lento declino.
Citazioni
tratte da: L´inverno
dei leoni di Stefania Auci
Da
sempre, i siciliani hanno capito una cosa: il mare porta rispetto
solo a chi lo rispetta. È generoso: dà il pesce e il sale per il
nutrimento, dà il vento per le vele delle barche, dà il corallo per
i gioielli di santi e di re. Ma è anche imprevedibile e, in ogni
istante, può riappropriarsi con violenza di quei doni. Per questo i
siciliani lo rispettano, per questo lasciano che definisca la loro
stessa essenza: che forgi il loro carattere, che segni la loro pelle,
che li sostenga, che li sfami, che li protegga.
...dalla
gentilezza, talvolta, c´è da temere più che dalla crudeltà.
«Dovete
sapere che, a quell´epoca, i plebei volevano gli stessi diritti dei
patrizi e allora, per protesta, si erano allontanati da Roma. E
Menenio Agrippa li aveva fatti tornare indietro raccontando loro un
apologo, in cui s´immaginava che le membra improvvisamente
smettessero di funzionare, invidiose del fatto che lo stomaco se ne
stesse lì, in ozio, ad aspettare che gli arrivasse il cibo. Ma, così
facendo, il corpo intero aveva finito per indebolirsi e quindi le
membra avevano dovuto far pace con lo stomaco.» Solleva appena le
labbra, un abbozzo di sorriso. «I nostri operai devono sentirsi
parte di qualcosa. Me lo diceva anche mio padre. Il salario non può
essere l´unica cosa cui ambiscono. Io per primo devo dimostrare che
ciascuno di loro è importante e posso farlo solo se li guardo in
faccia, a uno a uno.»
Fa´
beni e scordatillo; fa´ mali e pensaci.
«Fai
del bene e dimenticalo; fai del male e ricordatelo.»
PROVERBIO
SICILIANO
Quando
si è felici, non c´è bisogno di parlare.
Il
tempo non ha rispetto per il dolore. Lo afferra, lo macina, lo plasma
attraverso i giorni, trasformandolo in un fantasma, più ingombrante
e visibile di un corpo di carne e sangue. Lo conficca nel respiro
perché ogni soffio ricordi la pena del vivere.
Una
lacrima, impigliata tra le ciglia, scivola sulla guancia. Nessuno può
vederla.
La
sua è stata una vita di lavoro, proprio come quella di suo padre.
Un´esistenza intera spesa al servizio di un´idea: che i Florio
fossero più ricchi, più potenti, più importanti di chiunque altro.
E così era stato. C´era riuscito.
E
ora?
E
adesso che l´aveva dimostrato?
E
adesso che non aveva più un progetto, un ufficio, un affare cui
consacrare tempo ed energie?
Ho
le mani piene di roba e il cuore vuoto. Ho ancora idee e volontà, e
vorrei vivere e stare con la mia famiglia e vedere i miei nipoti e
seguire la vita che va avanti.
Comprende
che l´amore, quello vero, quello che non muore, può esistere solo
se è accompagnato dal perdono. Che in ognuno di noi c´è un
rimorso che cerca l´assoluzione.
Se
una persona è così infelice, probabilmente non riesce nemmeno a
immaginare che gli altri siano sereni; anzi è possibile che viva la
gioia altrui come un´ingiustizia.
(...)
Confusamente
intuisce che tutto ciò accade quando la sofferenza passa ogni limite
e rende incapaci di tollerare anche solo una piccola luce di
speranza.
...come
a tutti gli incroci, s´incontravano bene e male, vita e morte, Dio
e il diavolo.
«Ma
perché la grande musica fa soffrire così?»
«Perché
comincia là dove finiscono le parole. Proprio come la bellezza...
Sono certo che voi sapete cosa intendo».
...nulla
è più prezioso della lucidità, della padronanza di se
stessi.
«L´amore,
donna Franca, è una bestia ingrata: morde la mano che lo nutre e
lecca quella che lo picchia. Amare per sempre, amare davvero,
significa non avere memoria».
Li
malanni trasino du sfilazzu di la porta.
«Le
sventure entrano dalle fessure della porta.»
PROVERBIO
SICILIANO
Non
vuole e non può capire che il confine tra illusione e speranza è
labile e che l´amore, quando si unisce alla disperazione, è capace
di partorire la più dolorosa delle bugie.
La
felicità è un fuoco fatuo, un fantasma, qualcosa che ha solo la
parvenza del vero. E la vita è bugiarda, ecco qual è la verità.
Promette, ti fa assaporare gioie e poi te le sottrae nella maniera
più dolorosa possibile.
Perché
il modo di amare cambia, perché cambiano le persone e cambia il modo
in cui hanno bisogno di sentirsi amate, riflette. Perché le favole
finiscono e, al loro posto, spesso rimane solo il desiderio di un
abbraccio che conforti, che ti tolga di dosso la paura del tempo che
passa e che t´illuda di non essere solo.
Perché
ci si può odiare, ci si può ferire, ci si può allontanare, ma la
morte è un sigillo che cristallizza tutto, e lascia ai vivi l´onere
dell´esistenza. La morte è pietosa per chi se ne va, ma una
condanna senza appello per chi resta.
È
destino degli uomini essere felici e non rendersi conto di esserlo. È
la loro maledizione sprecare il tempo della gioia senza rendersi
conto che è tanto raro quanto irripetibile. Che la memoria non può
ridarti ciò che hai provato perché ti restituirà invece la misura
di ciò che hai perduto...
Le
grandi sofferenze sono egoiste, non ammettono confronti. Conoscono
solo la devastazione che infliggono all´anima che le ospita.
Ed
è questo che li allontana, di nuovo, ancora.
È
vero quello che dicono: un cuore che si spezza non fa rumore.
Non
importa quale sia la causa, se un lutto, una perdita, un amore mai
dimenticato o mai vissuto. I frammenti sono lì, e fanno male.
Potranno ricomporsi con gli anni, ma le cicatrici sono pronte a
riaprirsi nel momento in cui una nuova lama li colpisce.
Dicono
che l´amore sia donare se stessi senza riserve; però, se dai tutto
di te, non ti rimane nulla per vivere.
Katia
Ciarrocchi
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