La
cripta dei cappuccini - Joseph Roth - Adelphi -
Pagg. 196 - ISBN 9788845907128
- Euro 10,00
La
scomparsa di un mondo
Una
lettura molto bella e scorrevole, quella offerta da "La Cripta dei
Cappuccini" di Joseph Roth (1894-1939), autore nato nella periferia
dell´impero asburgico, lo stesso impero di cui egli si rivela un
grande cantore.
Scritto
e pubblicato nel 1938, il romanzo narra la rovinosa vicenda di
Francesco Ferdinando, appartenente alla famiglia Trotta di recente
nobiltà. Fa da sfondo la Vienna dell´ultimissimo periodo della
Belle Époque, poco prima che scoppi la grande guerra che, come noto,
porterà allo sfacelo non solo dell´impero in sé, ma anche al
venir meno di un´epoca e di un mondo di certezze, quelli in cui si
muove inizialmente il giovane protagonista dedito a ozio e
frivolezze; nella narrazione subentra la parentesi legata agli
scenari bellici dei confini orientali per poi ritornare a una città
spenta dove niente è più come prima e i titoli nobiliari non
salvano da debiti e ipoteche.
L´idea
della morte e del disastro aleggia fin dall´inizio in queste pagine
caratterizzate da una prosa coinvolgente e di grande piacevolezza, in
cui, oltre a quello di Trotta, perfetta voce narrante, s´incontrano
personaggi molto ben riusciti.
E
la Cripta dei Cappuccini del titolo? Essa è il luogo che, nella
capitale asburgica, accoglie le tombe imperiali, inclusa quella del
vecchio Francesco Giuseppe, scomparso nel 1916 con il conflitto
ancora in corso: superba metafora del tramonto di un impero e di una
società di cui, come ben esprime la conclusione del libro, resta
infine un grande vuoto e un´indicibile nostalgia per chi vi ha
vissuto.
Laura
Vargiu
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