Taxi
mon amour.
Un diario di bordo
- Ennio Amodio - Brioschi - Pagg. 112 - ISBN 9791280045980 -
Euro 16,00
Vite
che scorrono sui taxi in viaggio tra cinema e libri
Prefato
da Giuliano Pisapia, un tempo sindaco di Milano, "Taxi mon amour",
scritto dalla colta penna dell´illustre giurista Ennio Amodio è
una vera "candid camera" sulla vita a bordo del taxi con tutte le
sue prove di convivenza tra due sconosciuti, il tassista e il cliente
che dialogano e si confrontano fino a scambiarsi confidenze ovvero,
al contrario, a coltivare micro conflitti sui modi della
coabitazione. Pubblicato da Francesco Brioschi (pp.106, euro 16),
questo insolito saggio di capitolo in capitolo, ci fa idealmente
viaggiare con l´´Autore. A nostro avviso suscita particolare
interesse il capitolo "Deformazioni e sguardi affettuosi nel
racconto del cinema sul taxi driver" perché qui vediamo come il
cinema abbia riservato al taxi e al suo conducente un posto di primo
piano. Ne è un esempio lampante il film di Alberto Sordi "II
tassinaro" (1983) che fa dello specchietto retrovisore il perno di
una lettura del mondo romano-sottolinea l´Autore- in cui compare
una galleria di personaggi illustri : da Giulio Andreotti a Federico
Fellini e Silvana Pampanini tutti interpreti dello stesso ruolo
vissuto nella vita sociale. Ne viene fuori un racconto a colori
scintillanti che allontanano però lo spettatore dalla figura
dell´uomo al volante. Amodio cita anche "Taxi driver" (1976),
firmato da Martin Scorsese che costruisce la figura di un taxista
newyorchese che si trasforma nel sacerdote implacabile di un rito di
pulizia sociale fino al punto di compiere una vera carneficina che la
stampa accoglie favorevolmente facendo di lui un eroe. La stessa
vestizione del tassista con i panni dell´uomo violento e spietato
l´incontriamo nel film spagnolo del 1996 "Taxi Qui". Non c´è
più il lupo solitario di Scorsese, ma incontriamo addirittura un
branco di tassisti di fede franchista che diventano giustizieri della
notte. L´Autore ci fa conoscere anche un film francese, improntato
ad un´immagine virtuosa "Taxi 2" del 2000 che racconta le gesta
eroiche di un conducente che aiuta la polizia a salvare un
ambasciatore giapponese, vittima di un sequestro di persona. Un clima
simile lo troviamo nel film italiano "Taxi girl" del 1972,
protagonista una donna che guida il taxi dedita ad un forte impegno
civile. Non dimentichiamo il film italiano del 1950, protagonista il
tenore Beniamino Gigli. Ci rendiamo conto, pagina dopo pagina, sempre
più interessati alla lettura, che il taxi è una lanterna
metropolitana che illumina confessioni ora fugaci ora veritiere.
Talvolta provoca scontri tra il cliente e il taxista. Questo saggio è
anche un racconto sociologico che ci fa comprendere che il taxi è un
prezioso luogo d´incontro e non deve essere cancellato da nuovi
algidi servizi di trasporto pubblico che sacrificano la qualità del
mestiere dell´autista di auto bianche, sull´altare algido del
guadagno. Superfluo sottolineare la colta, splendida prosa di Ennio
Amodio, un giurista di grande valore, emerito docente di procedura
penale all´Università Statale di Milano.
Grazia
Giordani
|