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  Letteratura  »  La malnata, di Beatrice Salvioni, edito da Einaudi e recensito da Siti 10/05/2023
 

La malnata - Beatrice Salvioni - Einaudi - Pagg. 248 - ISBN 9788806253240 - Euro 17,50



Operazione editoriale



Piccola storia della piccola Italia fascista, storia ambientata a Monza ai tempi della guerra in Etiopia, un piccolo universo umano opportunamente dicotomizzato in buoni e cattivi: i borghesi prepotenti, fascisti e sciupafemmine, i poveri, popolani e antifascisti, portatori di un´etica familiare positiva basata sull´amore e sul rispetto reciproco. In mezzo a questi due mondi una ragazzina che funge da cerniera, è Francesca Strada, la figlia di buona famiglia che incontra i Malnati, due ragazzini quattordicenni che trascorrono il loro tempo sul Lambro in compagnia della Malnata, Maddalena, tacciata dalla piccola comunità rappresentata come portatrice di sventure, una piccola strega, riconoscibile anche dal viso segnato da un angioma che dalla tempia scende al collo.

Francesca e la Malnata diventano amiche tra alterne vicende e la maledizione della seconda ricade sulla prima la quale viene contaminata dalla cattiva frequentazione fino ad un epilogo risolutivo che giunge a sciogliere una brutta faccenda anticipata dal prologo e lasciata presagire al lettore.


Rimasta vaga sulla trama, onde evitare di sciogliere quei pochi nodi che rendono la lettura vivace ma prevedibile, mi esprimo sulla qualità dell´operazione editoriale messa in atto: è evidente che la capacità di scrittura della giovane autrice sia stata purtroppo oltremisura esaltata e finalizzata, un esordio letterario cui seguirà una serie televisiva e un´uscita contemporanea in traduzione in trentadue lingue. Non ho letto un capolavoro e ciò mi lascia perplessa, la scrittura è a tratti ingenua, casserei del tutto l´orribile episodio del primo flusso mestruale, affinerei la caratterizzazione psicologica, inserirei qualche anacronia e migliorerei l´ambientazione, farei lievitare la storia con un nutrito numero di pagine in più, tutte necessarie e smetterei di pensare ai romanzi come a prodotti da immettere nel mercato. Auguro alla scrittrice un percorso più autonomo e indipendente da queste logiche sperando che nel frattempo non la danneggino. Il romanzo verrà letto e apprezzato ma spero che il nuovo canone letterario possa nutrirsi di altro.


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