La
vita bugiarda degli adulti - Elena Ferrante - E/O -
Pagg. 356 - ISBN 9788833571683
- Euro 19,00
La
vita bugiarda degli adulti di Elena Ferrante narra la storia di
Giovanna, una ragazza di tredici anni che vive a Napoli, il libro si
apre con una frase memorabile: "Due
anni prima di andare via di casa mio padre disse a mia madre che ero
molto brutta".
Questa frase diventa il punto di partenza per un viaggio di scoperta
personale e di autoaffermazione per la protagonista.
La
trama si sviluppa intorno alla vita di Giovanna, che si trova a
confrontarsi con il dolore e la confusione derivanti dalle bugie
degli adulti che la circondano. Il rapporto con il padre, una figura
autoritaria e problematica, è messo in discussione quando scopre che
il suo volto è stato paragonato al volto di una zia sconosciuta,
Vittoria, che vive in un quartiere popolare di Napoli. Questa
scoperta la spinge a cercare Vittoria e ad immergersi nella sua
vita.
Attraverso
il viaggio di Giovanna, il lettore viene trasportato in una Napoli
vibrante e vivace, descritta in modo magistrale, la città diventa un
personaggio a sé stante, con le sue contraddizioni, la sua bellezza
e la sua complessità sociale. L´autrice riesce a catturare
l´essenza di Napoli, rendendo il contesto un elemento fondamentale
per la comprensione della storia.
La
scrittura di Elena Ferrante è energica e trascinante, i personaggi
sono profondamente umani, con tutte le loro debolezze e
contraddizioni.
Giovanna
è una protagonista complessa, che si sforza di trovare la sua
identità in un mondo di menzogne e segreti: il suo percorso di
crescita è affascinante da seguire, poiché cerca di affrontare i
conflitti familiari e di trovare la sua voce in una società che
sembra costantemente illuderla.
"La
vita bugiarda degli adulti" è un romanzo che si addentra nelle
sfumature dell´adolescenza, dell´identità e delle relazioni
familiari con una protagonista, nella quale potremmo riconoscerci,
alla ricerca della verità. Ferrante affronta questi temi in modo
profondo e incisivo, mettendo in luce le complessità e la fragilità
dell´essere umano; è un libro che cattura l´attenzione del
lettore fin dalle prime pagine, Elena Ferrante dimostra ancora una
volta di essere una maestra nel raccontare storie di vita vera, ed è
sicuramente questa sua naturalezza nel narrare la vita che a me
affascina.
Citazioni
Tratte da: La vita bugiarda dei colori di Elena Ferrante
...i
morti sono oggetti che si sono rotti, come un televisore, la radio,
il frullatore, e la cosa migliore è ricordarseli com´erano quando
funzionavano, perché l´unica tomba accettabile è il ricordo.
«L´amore
sì» dissi, «l´amore non fa male».
«Che
capisci tu?».
«L´amore
è buono, supera anche le lunghe assenze, resiste a tutto».
«Non
sai niente, Giannì, parli in italiano ma non sai niente. L´amore è
opaco come i vetri delle finestre dei cessi».
Ma
i pensieri sprigionano a volte una forza latente, afferrano immagini
contro la tua volontà, te le spingono per una frazione di secondo
sotto gli occhi.
«Dio
è questo: uno scossone in una stanza buia di cui non trovo più il
pavimento, le pareti, il soffitto. Non c´è da ragionarci, non c´è
da discutere. È questione di fede. Se credi, funziona. Se no,
no».
(...)
«Pensa
a un´indagine come quella dei libri gialli, solo che il mistero
resta mistero. Lo spirito religioso è questo: uno spingersi avanti,
sempre più avanti, per svelare ciò che resta velato».
Tutto
sembra in ordine, buongiorno, a presto, si accomodi, cosa le offro da
bere, potrebbe abbassare un po´ il volume, grazie, prego. Ma c´è
un velo nero che può cadere da un momento all´altro. È una cecità
improvvisa, non sai più tenere le distanze, si va a sbattere.
Succedeva solo ad alcune persone o a tutti che, superato un certo
livello, non ci vedessero più? E si era più veri quando si vedeva
ogni cosa nitidamente o quando i sentimenti più robusti e densi -
l´odio, l´amore - ti accecavano?
Lo
splendore di un viso, arricchito tra l´altro dalla gentilezza,
covava e prometteva dolore ancor più di un volto opaco.
Si
tolse le scarpe, i calzoni e le mutande. Aveva gambe magrissime e
pelose, i piedi scarni, lunghi, calzava almeno un 45. Restò in
giacca di lino, camicia, cravatta, e, subito sotto, il membro ritto
che si protendeva oltre gambe e piedi nudi come un inquilino rissoso
che è stato disturbato. Eravamo brutti entrambi, meno male che non
c´erano specchi.
*Nelle
citazioni riportate, non ci sono i riferimenti alle pagine, perché
ho ascoltato il libro su Audible.
Katia
Ciarrocchi
www.liberolibro.it