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  Letteratura  »  Riletture: Amore di confine, di Mario Rigoni Stern, a cura di Renzo Montagnoli 28/08/2024
 

Riletture: Amore di confine, di Mario Rigoni Stern

di Renzo Montagnoli





Sarà forse colpa del caldo che tormenta atrocemente da più di un mese e che, nonostante il ricorso all´aria condizionata, tende a stressare, ma sta di fatto che in un periodo così non mancano i giorni in cui si affaccia la depressione. In tal caso occorre subito porre rimedio, ritrovare un po´ di quella serenità che non è fuggita via, ma è stata celata dalla calura e la cosa è possibile solo se si leggono libri in grado di farla riemergere. E´ per questo motivo che metto mano in quella parte della libreria dove tengo le opere di Mario Rigoni Stern e senza guardare - tanto si va sul sicuro - prendo uno di quei libri. E´ accaduto così di recente e in sorte mi è capitata una raccolta di racconti intitolata Amore di confine. Devo dire che il fato mi è stato particolarmente benigno perché, se l´elevata temperatura stanca perfino chi legge, il fatto che si tratti di prose brevi affatica molto meno. Sono ben quarantaquattro racconti, divisi in quattro capitoli, e come la maggior parte dei lavori del narratore asiaghese sono in pratica un´autobiografia. Anche se a volte si tratta di brani di poche righe riescono ugualmente a portare alla luce aspetti di un mondo che non esiste più, come è tipico della produzioni di Mario Rigoni Stern, un percorso della memoria, diretta, o indiretta nel caso si tratti di eventi di cui ha avuto notizia, scritti con una spontaneità e pacatezza tali da far entrare subito il lettore in sintonia con l´autore. I temi di questa memoria sono vari e così troviamo il breve periodo di vita militare prima dello scoppio della seconda guerra mondiale (semplicemente stupendo In una valle felice), i duri mesi della prigionia nei lager tedeschi, il dopoguerra con l'impiego al catasto e infine il progressivo avvicinamento all'epoca attuale, forse il più interessante, anche per gli aspetti etnologici. Il fatto che si tratti per lo più di eventi di cui Stern è stato protagonista conferisce una patina di emozione a queste prose, perché viene a cadere quell´aspetto dell´invenzione letteraria che, se ben costruita, ci induce a credere che si tratti di verità. Per quanto siano racconti tutti molto riusciti la mia preferenza va a quelli del quarto capitolo, forse perché protagonisti sono per lo più degli animali, dal cane Marte al capriolo privo di una zampa, per finire alla simpatica asina Giorgia.

Mario Rigoni Stern ha amato profondamente il suo altopiano e le sue genti, un territorio e una popolazione che hanno costituito la sua prima e autentica patria. Le descrizioni dei boschi innevati che gocciolano al primo tepore della primavera, i voli degli uccelli in amore, il panorama che cambia con le stagioni, tutto contribuisce, grazie all´abilità dell´autore, a infondere un senso di pace, di serenità, a ritrovare un senso della vita che consiste nel saper cogliere quanto di positivo l´esistenza ci può dare, senza prevaricare gli altri. In questo contesto anche la morte non fa paura, è solo un evento, l´ultimo di ogni vita; la raccolta infatti si chiude con un racconto stupendo, L´aratro dell´angelo, che è il commosso ricordo di quattro amici che se ne sono già andati, con l´autore consapevole che anche lui un giorno entrerà nel mondo della memoria, ma non c´è angoscia, e nemmeno paura, c´è solo la serenità di chi sa che tutto è nell´ordine delle cose.




 
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