Alberto
Moravia. Una vita controvoglia - Renzo Paris -
Castelvecchi - Pagg. 376 - ISBN 9788876159916 - Euro 25,00
La
prima edizione di questa interessante e partecipata biografia è del
1996 - di fatto è stata la prima biografia italiana dedicata
all´autore- , sei anni dopo la morte di Moravia, autore Renzo Paris,
amico intimo dello scrittore. Ne leggo la terza edizione risalente al
2013, arricchita da innumerevoli lettere moraviane e da documenti che
fanno senza dubbio cadere le posizioni degli accaniti detrattori che
hanno sempre additato Moravia come un fascista.
La biografia è
tripartita: una prima parte è dedicata all´indifferenza del dandy,
una seconda all´impegno interiore, una terza alla noia del voyeur;
questi i titoli delle tre sezioni: si attraversano quindi le
principali fasi biografiche, gioventù, maturità e vecchiaia, con
una netta corrispondenza con le diverse stagione della scrittura, dal
folgorante esordio siglato col romanzo "Gli Indifferenti",
apparso nel maggio del 1929 quando l´autore aveva appena ventidue
anni, alla stagione di "Agostino", "La disobbedienza"
" La romana" e "La ciociara" a quella poi più
intimista di "La vita interiore" e "L´uomo che
guarda". Al primo periodo corrispondono le tribolazioni legate
allo stato di salute del giovane Alberto, minato dagli otto ai
trentacinque anni dalla tubercolosi ossea, e la scoperta degli
impulsi omoerotici poi canalizzati in un´intensa vita eterosessuale,
della quale si dà puntuale riscontro nelle pagine scritte durante
tutta la sua attività, salvo poi scoprire che la memoria può e
vuole omettere, modificare, edificare. Insomma si brancola
costantemente nella fitta rete tesa dalla produzione scritta, di
matrice spudoratamente autobiografica, che però non dà alcuna
garanzia di autenticità. La guida di Paris che attinge ai suoi
ricordi personali e alle innumerevoli fonti di prima mano è in
questo senso preziosa anche se rimane un senso di sconcerto e di
confusione a causa dell´eccessivo grado di promiscuità tra
scrittura e vita. Di questa prima fase sono anche le assidue
frequentazioni dei salotti mondani e culturali romani, fascisti,
mentre la censura di Stato inizia a bloccarlo pur avendolo
inizialmente apprezzato per la comune critica antiborghese, ora
invece non si ammette l´assenza assoluta di qualsiasi messaggio
ottimistico: "Le ambizioni sbagliate"viene infatti
proibito. A volte gli argomenti utilizzati da Paris mi sono sembrati
eccessivamente di parte, soprattutto sulla spinosa questione del
presunto fascismo moraviano, ma tutto viene comunque comprovato da
una serie di documenti che testimoniano quanto fosse difficile per
gli stessi fascisti inquadrare il giovane Moravia che fu sempre
pedinato, minacciato, spiato, per la sua attività intellettuale
nelle riviste sospette e per la sua parentela con i fratelli
Rosselli, cugini di primo grado. Moravia non si iscrisse mai al
Partito fascista, collaborò con riviste di destra e di sinistra,
tremò per le leggi antirazziali, appartenendo a una famiglia ebrea.
Il volume riporta inoltre le lettere a Ciano e al Duce, scritte in
occasioni diverse e contenenti richieste esplicite circa la
possibilità di praticare la sua professione di scrittore. Chiude il
primo periodo la conoscenza con Elsa Morante e l´inizio del loro
sofferto rapporto di amore-odio. Il matrimonio si celebrò con rito
cattolico nel 1941.
La seconda parte copre gli anni del II
conflitto mondiale quando la sua vita diventa sempre più
"controvoglia": aveva vissuto di malavoglia gli anni
fascisti ma superati quelli il suo essere continua a fluire contro la
vita, in una disperazione interiore che però non contempla il
suicidio. Scrive "Agostino", innumerevoli racconti e
collabora con tanti giornali e settimanali ma non si schiera, tanto
meno con i comunisti, ha già precorso i tempi osteggiando lo
stalinismo e in patria si sente solo, del tutto avulso in campo
artistico dalla nuova corrente neorealista che osteggia. Esce "La
romana" e inizia a guadagnare dai proventi della sua attività
di scrittore; nella sfera privata il rapporto con Elsa si sfilaccia
lentamente, soprattutto in coincidenza con le prime pubblicazioni
della moglie: "Memorie e sortilegio" è del ´48, stesso
anno di "La disobbedienza". Tante pagine sono dedicate al
rapporto tra i coniugi, pur interessanti sono veramente tristi nella
capitolazione di un amore incapace di viversi naturalmente e in modo
sano. Crisi di mezza età all´orizzonte.
La terza parte infine
continua a raccontare minuziosamente le vite di Alberto e Elsa che
continuano a intrecciarsi nonostante la separazione e i nuovi amori,
un americano per lei, Dacia Maraini per lui. Negli anni ´60 entra in
scena anche lo stesso Paris che approccia il famoso Moravia in
occasione della stesura della sua tesi di laurea, i due diventeranno
amici. Formeranno un trio con Pasolini, molto distante per vedute da
Moravia; i due condivideranno il lutto in seguito all´omicidio
dell´intellettuale scomodo; pagine molto interessanti come sono poi
struggenti quelle dedicate alla decadenza psicofisica di Elsa, ai
suoi tentativi di togliersi la vita, dopo averlo minacciato per tanto
tempo, e alla sua morte infine. Lo scritto si chiude con la decadenza
dello stesso Moravia e la rappresentazione della sua morte avvenuta
nel 1990.
Uomo complesso, una vita non solo vissuta ma anche
rappresentata.
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