Un
estraneo al mio fianco - Ann Rule - TEA - Pagg.
576 - ISBN 9788850243884
- Euro 16,00
"Un
estraneo al mio fianco" di Ann Rule è un libro inquietante che
racconta la vera storia di Ted Bundy, uno dei più famigerati serial
killer della storia. Ann Rule, che ha avuto una relazione di amicizia
e collaborazione professionale con Bundy, offre una narrazione
dettagliata dei crimini e delle tattiche manipolatorie di questo
assassino spietato.
Il
libro si apre con la presentazione di Ted Bundy come un affascinante
e carismatico giovane uomo, che nasconde dietro la sua facciata
affabile una personalità pervasa da una malvagità insondabile.
Ted
Bundy è stato responsabile di una serie di crimini atroci che hanno
scioccato il mondo, e Ann Rule condivide le sue esperienze personali
con Bundy, offrendo una prospettiva diversa sulla sua vita e sulle
sue azioni.
Ted
Bundy si distinse per le sue abili tattiche manipolatorie, che gli
consentirono di avvicinarsi alle vittime e di eludere l´attenzione
sospettosa degli altri. Dotato di un fascino e di un carisma
straordinari, Bundy riusciva a conquistare la fiducia delle sue
vittime attraverso un approccio affabile e gentile, abbassando così
le loro difese.
Inoltre,
aveva la capacità di simulare bisogno o difficoltà, presentandosi
come una persona in cerca di aiuto e attirando l´attenzione e la
compassione degli altri. Questo gli permetteva di ottenere la
collaborazione delle sue vittime o guadagnarsi la simpatia di
estranei che potevano contribuire ai suoi scopi.
L´
abilità nel camuffare il suo aspetto e il suo stile di vestire,
adattandoli alle circostanze, gli consentiva di passare inosservato e
di evitare di destare sospetti, apparendo a volte come un uomo
d´affari serio o un giovane studente universitario, a seconda del
contesto; eccelleva nella manipolazione delle emozioni, sfruttando
sentimenti come la pietà, la simpatia o l´empatia per ottenere ciò
che desiderava. La sua capacità di percepire le debolezze degli
altri gli permetteva di influenzarli e controllarli a suo
vantaggio.
Attraverso
una ricerca accurata e una scrittura coinvolgente, Rule ripercorre la
cronologia dei delitti commessi da Bundy, offrendo dettagli sulle
vittime, le circostanze dei crimini e le indagini che hanno portato
alla sua cattura. L´autrice analizza anche le tattiche
manipolatorie e gli stratagemmi che Bundy ha utilizzato per sfuggire
alla giustizia per così tanto tempo.
Ciò
che rende "Un estraneo al mio fianco" così avvincente è la
capacità di Rule di immergersi nella mente di Bundy, l´autrice
esplora le radici del suo comportamento deviante, offrendo una
prospettiva psicologica sulle motivazioni che lo hanno spinto a
commettere orribili atti di violenza.
La
motivazione di Ted Bundy per commettere i suoi crimini orribili è un
argomento complesso e ancora oggetto di dibattito tra gli esperti:
Bundy stesso ha fornito diverse spiegazioni e motivazioni durante le
interviste e le confessioni, ma è difficile stabilire la verità
dietro le sue parole.
Una
teoria suggerisce che Bundy fosse spinto da una profonda perversità
e da un desiderio di potere e controllo sulla vita delle sue vittime,
gli attacchi violenti e le sue azioni sadiche potrebbero essere stati
alimentati da una combinazione di disturbi psicologici, tra cui la
psicopatia, il narcisismo e la mancanza di empatia. Bundy sembrava
trarre piacere dall´esercitare il controllo totale sulle sue
vittime e dal manipolare le loro emozioni.
Gli
esperti hanno esaminato diverse influenze ambientali che potrebbero
aver contribuito al comportamento criminale di Ted Bundy, tuttavia, è
importante sottolineare che l´interazione tra fattori genetici,
biologici, psicologici e ambientali rende difficile attribuire con
certezza una causa specifica al suo comportamento.
Rule
cerca di comprendere come uno psicopatico come Bundy sia riuscito a
celare la sua vera natura dietro una maschera di normalità.
Oltre
alla narrazione dei crimini, Rule si sofferma anche sulle conseguenze
emotive e psicologiche che l´amicizia con Bundy ha avuto su di lei.
Con un´onestà disarmante, l´autrice riflette sul senso di colpa
e sulla confusione che ha provato quando ha scoperto la vera natura
di Bundy e ha realizzato che era stata ingannata da un assassino.
"Un
estraneo al mio fianco" è un libro che tiene il lettore incollato
alle pagine, con una suspense che si intensifica ad ogni rivelazione,
è una lettura che affascina e spaventa allo stesso tempo, una
testimonianza della complessità della natura umana e dei misteri che
possono nascondersi dietro una facciata affabile.
Citazioni
tratte da: Un
estraneo al mio fianco di Ann Rule
Perché
aveva scelto Tallahassee? Per caso, più che altro. Ripensandoci,
spesso capiamo che sono proprio le scelte casuali a segnare il
cammino verso la tragedia.
Ogni
genitore sa, come disse una volta John F. Kennedy, che «avere dei
figli è come consegnare degli ostaggi al destino». La perdita
di un bambino a causa di una malattia o anche di un incidente può
essere accettata, col passare del tempo. Ma perdere un figlio a causa
di un assassino è più di quanto un essere umano dovrebbe
sopportare.
L´uomo
che aveva avvicinato queste ragazze aveva indovinato, chissà come,
che si trovava davanti a persone particolarmente vulnerabili, a donne
che in quel momento non pensavano con lucidità? Probabilmente sì.
Il predatore isola l´animale più debole del branco prima di
ucciderlo con comodo.
Scrissi
a Ted il 4 ottobre, dicendogli che molte persone a Seattle lo
sostenevano e che molti suoi amici mi avevano chiamato; gli riportai
le dichiarazioni a lui favorevoli apparse sui quotidiani della città
e gli promisi che avrei continuato a scrivergli. Terminai la lettera
dicendo: «Nulla in questa vita è una tragedia irrimediabile, nulla.
Cerca di ricordarlo». Ripensandoci, mi stupisco della mia ingenuità:
alcuni aspetti della vita sono una tragedia irrimediabile. La storia
di Ted Bundy ne è l´esempio.
La
nostra corrispondenza continuò all´insegna di quella strana
intimità che a volte si crea con la parola scritta, un´intimità -
e talvolta un´onestà - che è difficile mantenere al cospetto di
un interlocutore. Se fossi riuscita a mettere da parte i dubbi su di
lui, avrei potuto sostenerlo, almeno con le lettere. La verità si
trovava da qualche parte, in mezzo a una complessa ragnatela di
sospetti, dinieghi e indagini, che continuavano.
Ad
Aspen, Ted divenne una specie di Billy the Kid. Accidenti, Bundy ce
l´aveva fatta. Aveva coperto di ridicolo la polizia. Un poeta
armato di penna scrisse:
Salutiamo
allora il grande Bundy
presente
venerdì, sparito lunedì.
Le
sue strade lo allontanavano da qui:
difficile
imprigionare un brav´uomo così.
*Nelle
citazioni riportate, non ci sono i riferimenti alle pagine, perché
ho ascoltato il libro su Audible.
Katia
Ciarrocchi
www.liberolibro.it