Le
ferite originali
- Eleonora C. Caruso - Mondadori - Pagg. 352 - ISBN
9788804685555
- Euro 19,00
Quando
ho iniziato a leggere "Le ferite originali" di Eleonora C.
Caruso, non mi aspettavo di essere trascinata in una montagna russa
di emozioni.
Nel
cuore di questo romanzo ci sono persone comuni con problemi
differenti che vengono amplificati dal carattere conturbante di
Christian. Dafne è una studentessa di Medicina che sembra avere
tutto sotto controllo, ma in realtà è una ragazza di venticinque
anni che cerca disperatamente amore e accettazione, il suo rapporto
con Christian è complicato. Christian, un ex modello con un fascino
irresistibile, soffre di disturbo bipolare, il che rende la sua vita
e quella di chi lo circonda un vero caos. La sua relazione con Dafne
è come una danza pericolosa: lui può sollevarla alle stelle con la
sua energia, ma può anche trascinarla nel profondo dell´oscurità.
Quello che Eleonora C. Caruso fa così bene è mostrarci la realtà
cruda della malattia mentale senza indolcirla. Ci fa vedere come
Christian cerchi conforto nei modi più distruttivi, usando il sesso
e l´alcol come vie di fuga.
Dafne,
nel suo percorso, è costretta a confrontarsi con le insicurezze e
con la paura di perdere Christian. Ma, come spesso accade, è nel
momento più buio che trova la forza; il suo viaggio è una lenta
rinascita, una ricerca di qualcosa di stabile in mezzo al caos che
Christian porta con sé. La sua crescita personale è qualcosa che
possiamo sentire sulla nostra pelle: quella sensazione di ritrovare
sé stessi dopo essersi persi nel dolore di qualcun altro.
Davide
è uno studente di Ingegneria fisica al Politecnico, un tipo che
passa inosservato, ma non perché sia privo di fascino: c´è una
bellezza timida in lui, come se fosse il risultato di un passato che
lo ha costretto a nascondersi. Da ragazzo, la timidezza era la sua
corazza contro il bullismo dei compagni di scuola, e ora si porta
dietro quel peso, come una ferita che ancora deve rimarginarsi.
Nonostante questo, c´è qualcosa in Davide che fa venire voglia di
conoscerlo meglio, una gentilezza silenziosa che traspare nei suoi
gesti.
La
vita di Davide cambia quando incontra Christian, un ex modello dal
fascino irresistibile che irrompe come un uragano nel suo mondo
ordinato, Christian è tutto ciò che Davide non è: sicuro di sé,
magnetico, pericolosamente seducente. La loro relazione mette
sottosopra le certezze di Davide, spingendolo a guardarsi dentro e a
confrontarsi con i suoi desideri più profondi.
Per
Davide, Christian non è solo un amante; è una forza dirompente che
lo costringe a rompere le barriere che si era costruito, attraverso
questo legame, Davide trova il coraggio di fare coming out, un gesto
che per lui significa affrontare il mondo con una nuova
consapevolezza, non è una decisione facile; sa bene cosa significa
essere giudicato, ma l´amore per Christian e il desiderio di vivere
sono più forti della paura.
Il
vero momento di svolta per Davide è quando accetta sé stesso,
invece di nascondersi dietro la timidezza, inizia a mostrarci chi è
veramente. Questo viaggio di autoaccettazione è pieno di ostacoli, e
Davide deve affrontare le conseguenze del suo coraggioso gesto. Ma in
tutto questo, emerge una nuova forza: la sua luce interiore inizia a
risplendere, nonostante le ombre che ancora lo circondano.
La
storia di Christian è la più struggente e malata del libro, è come
se fosse in una costante lotta con se stesso, cercando di trovare un
equilibrio che gli sfugge sempre. Il rapporto con il fratello minore,
Julian, è dolce e doloroso allo stesso tempo: Julian rappresenta il
legame con la realtà, ma anche un peso per Christian, che si sente
responsabile e allo stesso tempo incapace di prendersi cura di lui.
La sessualità diventa un terreno di gioco, ma anche di lotta contro
se stesso.
Dante,
uno dei personaggi centrali nel romanzo, è un affascinante uomo
d´affari di quarant´anni, in apparenza senza scrupoli, è capace
di mostrare tenerezza soltanto con la figlia Diletta.
La
sua vita si intreccia con quella degli altri protagonisti, e tutti e
tre hanno in comune una cosa: stanno con lo stesso ragazzo,
Christian.
Nel
tessuto narrativo di "Le ferite originali", Dante rappresenta un
altro aspetto della trama emotiva, e la sua relazione con Christian e
il suo coinvolgimento nei drammi degli altri personaggi
contribuiscono a creare un quadro complesso e coinvolgente. La sua
lotta tra autodistruzione e desiderio di espiazione è uno dei fili
conduttori del romanzo: Dante è un paradosso vivente, oscillando tra
l´abisso e la salvezza, tra eccesso e ricerca di redenzione. La sua
presenza aggiunge profondità e contrasto alla storia, e la sua
capacità di estrarre bellezza dalle ferite dell´esistenza umana è
ciò che lo rende un personaggio indimenticabile
"Le
ferite originali" è un romanzo che esplora il lato oscuro
dell´animo umano senza paura, non c´è nulla di patinato qui; è
una storia di ferite reali, di lotte personali e di un amore che può
guarire ma anche distruggere. La sessualità è parte integrante
della narrazione, non come semplice elemento erotico, ma come un
campo di battaglia emotivo. Christian usa il sesso per nascondere le
sue vulnerabilità, ma anche per infliggersi dolore, cercando
conforto in relazioni effimere.
Alla
fine, ciò che rende questo libro così potente è la sua onestà,
Eleonora Caruso ci mostra che anche nelle ferite più profonde c´è
spazio per la speranza e la trasformazione. "Le ferite originali"
è un inno alla resilienza umana, un viaggio che ci ricorda che,
anche quando tutto sembra perduto, possiamo ancora trovare la forza
di rinascere.
Citazioni
tratte da: Le
ferite originali di Eleonora C. Caruso
Non
possiamo scegliere cosa ci tiene in piedi. A volte devi pensare a una
cosa soltanto, cioè non crollare.
Le
persone con cui parla, quelle con cui esce, quelle con cui scopa, non
lo conoscono intero. Ognuno di loro è lo specchio di una versione
semplificata di lui, fatta e finita, autopulente come un forno e
autosbrinante come un frigorifero. Con ognuno Christian è qualcosa
che ha perfettamente senso preso in sé, e non serve che le varie
versioni si incontrino.
Christian
crede che una bugia, se la vivi con coerenza e la racconti con
costanza, diventa la verità.
Si
parla sempre delle femmine, della difficoltà a comunicare con loro,
dei pericoli che potrebbero correre, ma a lui sembrava che anche
avere figli maschi fosse un percorso pieno d´insidie. Il mondo li
voleva aggressivi, omertosi, violenti, se possibile poco sensibili.
Ma se per evitarlo avesse cresciuto creature fragili, troppo diverse
dai loro coetanei e per questo facili ad attirarne le beffe, non se
ne sarebbe pentito? Quante inclinazioni non aveva assecondato, quanti
difetti aveva scambiato per pregi, e quanti pregi per difetti? Doveva
incitarli o scoraggiarli, esserci o non esserci? Era troppo
affettuoso o troppo poco? Pietro era venuto su a suon di ceffoni e
calci in culo, ne aveva prese più in casa che dai fasci, eppure era
un uomo perbene, un pacifista, uno che potendo votava per dare i
diritti, anziché per toglierli. Quindi cosa, erano solo scuse il
cognitivismo, la pedagogia, lo spauracchio dei padri, dei figli
cresciuti a metà? Non diventiamo forse solo quello che dobbiamo
diventare?
Forse
le persone cercano un ecosistema famigliare, non possono farne a
meno, forse scappano da una bottiglia e però quando si rompe
vogliono tornare dentro a una uguale.
Julian
si rilegge spesso Echo, se lo porta in giro, lo riempie di segni. Ci
sono tante frasi che lo toccano, quella che preferisce è questa: "Ed
eccomi qui, sospesa a mezz´aria con le braccia aperte per volare
via e circondata da un alone di luce che nasce da noi, e sì, sono
io, pronta a diventare insieme umana e divina e finalmente me
stessa".
Julian
sa (quanto, e da quando?) cosa vuole suo fratello da lui. È un
fatto, qualcosa che c´è e non si muove da lì, com´è per
Christian la sensazione della pazzia. Gli esseri umani sopravvivono
adattandosi al pericolo: Julian si è adattato a lui.
Viviamo
e non facciamo altro che rivivere quelle paure e quei piaceri, quelle
scoperte e quegli abbandoni. Specialmente quegli abbandoni. Veniamo
abbandonati, delusi, traditi dalle stesse persone per anni - per
sempre.
Allora
a che serve dire che è passato del tempo?
In
che modo dovrebbe aiutarci?
Tutte
le persone che prima di lui aveva amato, quelle a cui aveva detto la
cosa sbagliata, o non aveva detto nulla per timore di sbagliare.
Forse, pensò, non siamo altro che questo, il risultato di una fitta
rete di emozioni, sentimenti generati da altri sentimenti.
Pensò
che sono i bambini, i filosofi. Gli adulti insegnano loro come
comportarsi, adattarsi, in un certo senso a snaturarsi - ma la vita
e la morte, be´, solo i bambini ne capiscono qualcosa.
Quello
che avevano toccato, le storie in cui erano entrati, quelle in cui
ancora dovevano entrare. Quel momento, i precedenti, e i momenti a
seguire partendo da quello. Tutto, sì, in un certo senso. Aveva
avuto molto. Aveva anche perso molto. Ma la vita, pensò, deve pur
essere qualcosa in più della somma delle sue perdite.
Ritorni
sempre. In questo globo di vetro che cade a pezzi, ma sotto la luce,
in alcuni momenti, scintilla.
*
Nelle
citazioni riportate, non ci sono i riferimenti alle pagine, perché
ho ascoltato il libro su Audible.
Katia
Ciarrocchi
www.liberolibro.it