Nessuno mai, farà comprendere Aristotele ad un mulo
di Antonio Messina
Se la realtà, la mistificante realtà proposta dai falsari della
parola, fosse davvero una parte di verità, allora dovremmo cominciare a
preoccuparci seriamente; il gioco è sottile, i messaggi ben confezionati, il
risultato certo: come dire, un mulo potrebbe a questo punto comprendere il
pensiero di Aristotele ed iscriversi pure all'università; loro, i nuovi profeti
dell'espressione fallace potrebbero confermare la cosa, affermando
enfaticamente che ciò è accaduto, non per le leggi dell'evoluzione, ma dopo una
significativa e corretta analisi dei comportamenti da parte degli esperti, che
naturalmente avevano previsto la mutazione; l'animale infatti,
dopo aver visto, seduto comodamente in poltrona, un dibattito politico, ne
avrebbe assorbito stile e contenuti, diventando così, molto simile ai maiali
della Fattoria degli animali. Una storiella semplice ed efficace: da oggi in
poi vedrete i muli (animali mansueti e simpatici) percorrere le nostre strade,
naturalmente con il volante in mano, e la coda adagiata nel baule dell'auto.
Idea Pagana, direte voi, ma potrebbe succedere anche questo, oramai siamo
abituati alla mistificazione. Le cose realizzabili vengono
spacciate per utopie, e le utopie trattate come i pensieri “docili” dei muli.
Ma ora, solo per un attimo, dimentichiamo le utopie e invece parliamo di libri,
di autori che osano, che desiderano modificare la realtà fittizia forgiata dai
creativi dell'immagine? Possiamo farlo naturalmente, senza scomodare profeti,
senza abbeverarci alle fonti della sapienza, né consultare Platone: basterebbe
leggere con attenzione qualche ottimo testo, magari un testo Pagano! Cosa ne dite?
Proviamo allora ad esercitare un nostro sacrosanto diritto,
pensare con la nostra testa, e non farci condizionare da messaggi occulti, voci
farneticanti, idee malsane, surrogati di pensieri immondi: proviamo allora a
leggere e capire, per essere e non apparire, per estendere i confini
dell'anima, e non farci prendere per i fondelli: potrebbe essere un'ottima
idea, iniziare ad essere Pagani… un nuovo paganesimo
che riassuma la rinascita, la riscoperta delle bellezza, la conquista del sogno
e di un ordine nuovo, una rivoluzione culturale che tenga conto dei problemi
reali di questo strano universo sociale, dove una minoranza detta con arroganza
le linee guida, mortifica e avvilisce gli esseri intelligenti, divide, impera e
crea solo povertà, intellettuale e materiale. Sarebbe ora di reagire e
sottrarsi al gioco sporco del potente: il mulo non potrà mai comprendere
Aristotele, e il filosofo è rappresentato da una schiera di uomini che vogliono
combattere questa idea di stato che si fonda sui privilegi, e che pone in
essere solo ingiustizie, guerre, “felicità” per pochi. La Nazione non esiste, è solo
territorio geografico unito con la colla, fortemente
voluto, ma innaturale, come dichiara Franchi in questo libro: anche questa è
una bella idea, un pensiero che si spinge oltre l'incertezza del vivere.
La scrittura è figlia della ricerca, dello stile letterario alto,
dell'intelligenza. Franchi è poeta di livello, scrittore e critico letterario.
La mia recensione al suo libro non procede secondo i canoni prestabiliti, nel
senso che io non sono un critico letterario, né mi arrogo il privilegio di
esserlo: ognuno deve pur ammettere i propri limiti, in questo senso, ora,
scrivendo, mi sento simile al mansueto mulo che mai comprenderà Aristotele, ne
sono consapevole, ed è appunto questa l'unica differenza con il simpatico animale.
Dicevo che Franchi grida, e la sua voce plastica e
possente s'ode oltre le terre dell'invisibile, distrugge pensieri devianti,
forgia nuove idee, cerca di dare “respiro” alle minoranze, vuole farsi
ascoltare, desidera creare segni e nuove definizioni dell'essere. Lo stile
colto, la scrittura sicura, il ragionamento chiaro e diretto; tra le pagine di
Pagano, troverete tormenti, sogni, visioni, aneliti, squarci di vera realtà,
pensieri sublimi, che solo una mente colta poteva
elaborare. Il sogno, l'essere, il divenire, lo stato padrone, il senso
miserevole dell'esistenza, l'essere sospesi su una corda tesa, ad oscillare nel
vuoto ( e qui si parla di nuove generazioni, ragazzi che non possono
programmare nemmeno uno spicchio di futuro, perché presente non hanno, sono in balia di leggi precarie, e precari sono loro), ogni
giorno a lottare, animati dal desiderio di un mondo migliore, giustizia, senso
di civiltà, civiltà intesa come fruizione di un progetto comune, civiltà intesa
come realizzazione di sogni elementari, contro il concetto d'utopia
deviante forgiato dai falsari della parola: è forse utopia aspirare ad un
lavoro stabile?
Pagano non è un libro di favole classiche, ma è una favola, una favola
davvero reale: il libro di Franchi è terra, aria, fuoco, pensiero che brucia,
fiamma che vorrebbe incendiare il buio e sconfiggere le tenebre, i luoghi
comuni, le ingiustizie, le falsità. Pagano è magma, respiro profondo, risorsa
per gli uomini intelligenti. Pagano è grido di dolore, consapevole afflato, volontà
di modificare, inizio di nuovi percorsi, necessità d'essere e d'essere
ascoltati, una voce nuova che apre alla bellezza, all'onestà, al valore, al
merito.
Non date ascolto ai profeti della nuova era, miei cari lettori:
nessuno riuscirà mai a far comprendere Aristotele ad un mulo.
Pagano
di Gianfranco Franchi
Edizioni Il Foglio
http://www.ilfoglioletterario.it/
lupi@infol.it
Narrativa – romanzo
Pagg. 150
ISBN: 9788876061585
Prezzo: € 10,00