ROSE
MADDER di Stephen King
© 1996 Sperling & Kupfer Editori S.p.A
ISBN 88-200-2134-X
86-I-96
pag. 511 - € 9,20
Rosie è da 14 anni che vive con Norman, un
marito brutale e violento.
14 anni in cui ha
conosciuto le umiliazioni peggiori e le botte.
Come la maggior parte
delle donne che subiscono questo tipo di violenza, ha taciuto, giustificato;
per paura, per vergogna, per una sorta di senso di colpa, quasi fosse sua la
causa di tutto quel dolore.
Un giorno, rifacendo il
letto, nota una minuscola gocciolina di sangue che si è asciugata sul lenzuolo.
Sangue suo, perso dal naso in seguito a un colpo datole da Norman. E capisce
che non può più continuare così, perché, prima o poi, suo marito finirà per
ucciderla.
Intimorita, fugge da casa
con solo ciò che ha addosso. Scappa lontano e, giunta nella stazione di una
città a lei sconosciuta, trova aiuto presso le figlie e sorelle, un centro che
ospita altre donne con trascorsi come i suoi.
Qui inizia il suo periodo
di ripresa della consapevolezza di essere una donna che merita tutto il
rispetto, come chiunque.
Fin qui è una storia che
potremmo definire “normale”, ma King sa aggiungerci sapientemente un pizzico di
paranormale che porta la storia a prendere una strada imprevista.
Rosie acquista un quadro, una tela che
raffigura una donna vista di spalle, con la mano sollevata a schermarsi gli
occhi, mentre guarda lontano, in direzione di un tempio.
Lo porta nel suo
monolocale e, dopo poco tempo, si accorge che il quadro… cambia. Che delle cose
escono dalla tela: dei grilli, dei fiorellini. Fino a quando la stessa Rosie entra nel quadro.
Nel frattempo, Norman,
non si è arreso all'affronto fattogli dalla moglie, da bravo poliziotto ha
fatto numerose ricerca fino a quando non la trova.
Ormai pazzo diviene una
bestia fuori controllo.
Sarà la donna ritratta
nel quadro, Rose Madder, a ucciderlo e a liberare Rosie dal suo incubo peggiore.
Ci sono tre punti di
forza in questo romanzo che vorrei sottolineare: psicologicamente King sa
immedesimarsi molto bene sia nei personaggi vittima,
che nel persecutore.
Il secondo punto è la
descrizione, prima fatta dal punto di vista di un personaggio, per poi tornare
indietro di un passo e mostrarlo come l'ha visto l'altro, fornendoci, quindi,
una visione a 360 gradi.
Terzo, anche se in modo
breve e affrettato in confronto al resto del romanzo, tratteggia una
caratteristica piuttosto comune in chi ha subito violenza: capita che a sua
volta diventi aggressivo.
Un libro al femminile,
scritto con tocchi mirati e efficaci.
Anche se datato, comunque
attualissimo.
© Miriam Ballerini