Lezione di nuoto di Valentina Fortichiari, Guanda
In vacanza con un trasgressivo mito del novecento
Deliziati dal gioco letterario tra verità e verosimiglianza, leggiamo tutto
d'un fiato Lezione di nuoto (Guanda, pp.174, euro 13) di Valentina Fortichiari, milanese, da anni impegnata nel mondo
dell'editoria della sua città. Proprio per questo suo impegno, i maliziosi
potrebbero pensare che all'autrice sia stato agevole pubblicare e quindi
ottenere il Premio Letterario Basilicata per la narrativa, ma questi malfidenti
pensieri verranno subito cancellati, leggendo un romanzo tanto delicato e
arioso che sa condurci in una luminosa Bretagna anni Venti in compagnia di Sidonie Gabrielle Colette (1873-1954), trasgressivo mito
letterario del Novecento e del suo entourage preferito tra cui notiamo la sua
segretaria Hélène Picard,
il suo figliastro Bertrand e la piccola Bel-Gazou di
cui la grande scrittrice francese non seppe essere madre nel senso tradizionale
della parola.
Pregio della Fortichiari, tra l'altro, è quello di
addolcire le asprezze di una donna vissuta al di là del bene e del male,
esprimendosi con una grazia narrativa tale da alleviare ai nostri occhi di
lettori le scabrose tendenze di una protagonista del mondo letterario e non solo
fin de siècle.
Non essendo un romanzo storico, ma uno spicchio di vita rielaborato e
immaginato dalla penna di chi ha svolto attività agonistica come nuotatrice, le
pagine della Fortichiari, confortate anche
dall'attento studio di importanti biografie come quelle di Guy
Ducrey e Judith Thurman – solo per citarne due fra
tutte – sanno regalarci una verosimile tranche del vissuto di Colette,
mescolata a verità, dal momento che i soprassalti del cuore e della carne della intemperante francese non esitarono nella realtà ad
approdare all'incesto, previsto nel suo famoso romanzo Chéri
e realmente vissuto col figliastro Bertrand.
Candidamente morbosa, la
Colette della Fortichiari ci fa
immergere in acqua col figliastro, iniziato all'amore da una matrigna divertente,
ammaliatrice anche di noi lettori come lo è stata leggendola nel suo
pruriginoso ciclo delle Claudine ,
quando ci ha fatto “entrare nei più inconfessati segreti della carne” – come di
lei ha scritto Proust..
Sentiamo, in questa nostra lettura, il profumo del mare, la magia delle
bracciate tra le onde, la voluttà amorosa che si fonde e confonde con quella
del piacere per il nuoto.
Pregio notevole del romanzo, a nostro avviso, è l'aver saputo ricostruire il
circolo intellettuale di una delle più importanti penne al femminile, per cui
attorno alla protagonista vediamo palpitare una miriade di nomi illustri di
scrittori del suo tempo, tanto che – per associazione d'idee - ci vien fatto di
pensare al Circolo di Bloomsbury di woolfiana memoria, anche se là eravamo nell'algida
Inghilterra e qui, invece, in una Bretagna fulgente di luce, coinvolti
dall'incanto di una vacanza dove tutto è possibile, persino giustificare
sentimenti aberranti, perché la
Fortichiari è dotata – scrivendone
– di una levitas che sa farci dimenticare anche
considerazioni moralistiche.
Grazia Giordani
www.graziagiordani.it