Firmino. Avventure di
un parassita metropolitano
di Sam Savage
Edizioni Einaudi
Narrativa romanzo
Pagg. 179
ISBN 9788806192587
Prezzo € 14,00
Chi è Sam Savage? Un professore di filosofia che a un
certo punto decide di lasciare l'insegnamento, la filosofia è terreno arido per
chi non trova il giusto collocamento. Svolge diverse attività, falegname,
pescatore e chissà che altro, e intanto passa il tempo libero a scrivere,
finché una notte di veglia “partorisce”
Firmino. Firmino, è una favola moderna, dove
un topino (ratto) sfigato sin dalla nascita si nutre (nel vero senso della
parola), di pagine di libri (nasce e cresce in una libreria di Boston) fintanto
non impara ad apprezzarli leggendoli “perché
un libro non lo si può semplicemente ingerire, bisogna farlo proprio,
assorbirlo, succhiarne l'anima”. Firmino il topo pensatore (filosofo?) che in certi momenti strugge
il cuore, simpatico e goffo si appassiona alla tazza del bagno, un po' pornofilo (dopo la mezzanotte si eccita dinanzi ai film
porno del cinema, dove trova avanzi di cibo per sfamarsi), romantico sognatore
arriva a confondere la realtà con le pagine che scrive nella sua mente. Vive in
un quartiere degradato di Boston che verrà “distrutto” per essere ricostruito e
qui la sensibilità intellettuale lascia spazio al pragmatismo, la cultura al
rinnovamento urbanistico, simbolo del progresso che avanza lasciandosi alle
spalle solo il ricordo di una bellezza che non c'è più. Firmino, è il simbolo
dell'esclusione, dell'esilio, della solitudine.
Savage
vuole scrivere il libro della sua vita e Firmino,
in effetti, un caso letterario lo è diventato.
Edito nel 2006 dall'americana Coffee House Press, piccola casa editrice che
inizialmente stampò solo un migliaio di copie, edito in Italia da Einaudi e con
più di 400.0000 copie vendute in brevissimo tempo, accolto con entusiasmo dalla
critica, è stato eletto come miglior libro dell'anno dall'American Library Association; miglior
esordio da Barnes and Noble;
miglior debutto dal Library Journal.
Non so se merita tutti questi riconoscimenti, (io non glieli riconosco) cosa
certa è che è una lettura gradevole che ti appassiona e ti trascina in un
ginepraio di masturbazioni mentali, ma che tocca anche argomentazioni reali
dell'attuale disagio vivere costringendoti a una riflessione profonda, e poi,
in fondo noi non siamo prigionieri nella massa aggrovigliata dei nostri
pensieri?
Dice Savage in una recente intervista:
“Quando cominciai a
scrivere Firmino non sapevo nemmeno che Firmino fosse un topo, né che fosse a
Boston, né che fosse un romanzo. Se non sto mettendo giù una storia, mi siedo davanti alla macchina
da scrivere (oppure ora, al computer) e armeggio senza una vera e propria idea,
l'equivalente scrittorio di passeggiare a zonzo. Spesso non ne viene fuori
nulla, ma non sempre. Riscrivo un paragrafo molte volte prima di passare al
prossimo. Cerco di non pensare dove stia andando il tutto, per paura di sforzare
la storia in una direzione prestabilita piuttosto che lasciarla emergere dalla
scrittura stessa… Per ciò che riguarda i miei impieghi, probabilmente ne ho
avuti in una quantità maggiore di tanti altri, ma devo dire di aver passato più
tempo seduto in poltrona a fare quello che spesso si descrive denigratoriamente come “fissare il vuoto”. Le ricchezze che
tale attività (infatti è proprio una vera attività)
produce non sono convertibili in moneta. Tra gli impieghi che invece mi hanno
monetizzato, il mio preferito è stato lavorare come pescatore di granchi lungo
la costa del Sud Carolina, dove ritornai dopo l'università. Per sei o sette ore
al giorno, ero solo su una barca a navigare nei canali delle paludi, spesso
senza veder anima dalla mattina alla sera. Quando spegnevo il fuoribordo per
tirar su le reti, gli unici suoni che udivo erano gli uccelli, il vento, e
l'acqua. Pensavo, e penso tuttora, di essere in quei momenti la persona più
fortunata del mondo. Di questi tempi, i miei piaceri sono piccoli e localizzati.
Passeggio tra i laghi. Guardo dei video. Esco una o due volte alla settimana,
per pranzare in qualche ristorantino. Leggo. I miei dispiaceri invece sono
grandi e universali. Ho una riluttanza per i gerghi, specie quelli accademici.
Sogno che un bel mattino tutte le auto della città non riusciranno a mettersi
in moto. Mi dispero per guerre e carestie. Leggo le notizie in maniera
ossessiva. Mi scaldo. Credo di farneticare.”
Sam
Savage,
nato nel 1940 nel South Carolina, è un esordiente assoluto. Ex professore di
filosofia, poi meccanico di biciclette, carpentiere e pescatore, ha scritto con
Firmino il libro della sua vita.
Pubblicato in America da una piccola casa editrice no profit con una tiratura
di mille copie e fuori dal circuito della grande editoria, Firmino ha vinto
tutti i piú importanti premi letterari per esordienti
negli Stati Uniti.
Dopo l'ultima Fiera di Francoforte è diventato un caso internazionale.
Katia Ciarrocchi
www.liberolibro.it