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  Letteratura  »  Katia Ciarrocchi ha recensito Firmino, di Sam Savage, edito da Einaudi 11/03/2010
 

Firmino. Avventure di un parassita metropolitano

di Sam Savage

Edizioni Einaudi

Narrativa romanzo

Pagg. 179

ISBN 9788806192587

Prezzo € 14,00

 

 

 

 

Chi è Sam Savage? Un professore di filosofia che a un certo punto decide di lasciare l'insegnamento, la filosofia è terreno arido per chi non trova il giusto collocamento. Svolge diverse attività, falegname, pescatore e chissà che altro, e intanto passa il tempo libero a scrivere, finché una notte di veglia “partorisceFirmino. Firmino, è una favola moderna, dove un topino (ratto) sfigato sin dalla nascita si nutre (nel vero senso della parola), di pagine di libri (nasce e cresce in una libreria di Boston) fintanto non impara ad apprezzarli leggendoli “perché un libro non lo si può semplicemente ingerire, bisogna farlo proprio, assorbirlo, succhiarne l'anima”. Firmino il topo pensatore (filosofo?) che in certi momenti strugge il cuore, simpatico e goffo si appassiona alla tazza del bagno, un po' pornofilo (dopo la mezzanotte si eccita dinanzi ai film porno del cinema, dove trova avanzi di cibo per sfamarsi), romantico sognatore arriva a confondere la realtà con le pagine che scrive nella sua mente. Vive in un quartiere degradato di Boston che verrà “distrutto” per essere ricostruito e qui la sensibilità intellettuale lascia spazio al pragmatismo, la cultura al rinnovamento urbanistico, simbolo del progresso che avanza lasciandosi alle spalle solo il ricordo di una bellezza che non c'è più. Firmino, è il simbolo dell'esclusione, dell'esilio, della solitudine.
Savage vuole scrivere il libro della sua vita e Firmino, in effetti, un caso letterario lo è diventato.
Edito nel 2006 dall'americana Coffee House Press, piccola casa editrice che inizialmente stampò solo un migliaio di copie, edito in Italia da Einaudi e con più di 400.0000 copie vendute in brevissimo tempo, accolto con entusiasmo dalla critica, è stato eletto come miglior libro dell'anno dall'American Library Association; miglior esordio da Barnes and Noble; miglior debutto dal Library Journal.
Non so se merita tutti questi riconoscimenti, (io non glieli riconosco) cosa certa è che è una lettura gradevole che ti appassiona e ti trascina in un ginepraio di masturbazioni mentali, ma che tocca anche argomentazioni reali dell'attuale disagio vivere costringendoti a una riflessione profonda, e poi, in fondo noi non siamo prigionieri nella massa aggrovigliata dei nostri pensieri?
Dice Savage in una recente intervista:
Quando cominciai a scrivere Firmino non sapevo nemmeno che Firmino fosse un topo, né che fosse a Boston, né che fosse un romanzo. Se non sto mettendo giù una storia, mi siedo davanti alla macchina da scrivere (oppure ora, al computer) e armeggio senza una vera e propria idea, l'equivalente scrittorio di passeggiare a zonzo. Spesso non ne viene fuori nulla, ma non sempre. Riscrivo un paragrafo molte volte prima di passare al prossimo. Cerco di non pensare dove stia andando il tutto, per paura di sforzare la storia in una direzione prestabilita piuttosto che lasciarla emergere dalla scrittura stessa… Per ciò che riguarda i miei impieghi, probabilmente ne ho avuti in una quantità maggiore di tanti altri, ma devo dire di aver passato più tempo seduto in poltrona a fare quello che spesso si descrive denigratoriamente come “fissare il vuoto”. Le ricchezze che tale attività (infatti è proprio una vera attività) produce non sono convertibili in moneta. Tra gli impieghi che invece mi hanno monetizzato, il mio preferito è stato lavorare come pescatore di granchi lungo la costa del Sud Carolina, dove ritornai dopo l'università. Per sei o sette ore al giorno, ero solo su una barca a navigare nei canali delle paludi, spesso senza veder anima dalla mattina alla sera. Quando spegnevo il fuoribordo per tirar su le reti, gli unici suoni che udivo erano gli uccelli, il vento, e l'acqua. Pensavo, e penso tuttora, di essere in quei momenti la persona più fortunata del mondo. Di questi tempi, i miei piaceri sono piccoli e localizzati. Passeggio tra i laghi. Guardo dei video. Esco una o due volte alla settimana, per pranzare in qualche ristorantino. Leggo. I miei dispiaceri invece sono grandi e universali. Ho una riluttanza per i gerghi, specie quelli accademici. Sogno che un bel mattino tutte le auto della città non riusciranno a mettersi in moto. Mi dispero per guerre e carestie. Leggo le notizie in maniera ossessiva. Mi scaldo. Credo di farneticare.


Sam Savage, nato nel 1940 nel South Carolina, è un esordiente assoluto. Ex professore di filosofia, poi meccanico di biciclette, carpentiere e pescatore, ha scritto con Firmino il libro della sua vita.
Pubblicato in America da una piccola casa editrice no profit con una tiratura di mille copie e fuori dal circuito della grande editoria, Firmino ha vinto tutti i piú importanti premi letterari per esordienti negli Stati Uniti.
Dopo l'ultima Fiera di Francoforte è diventato un caso internazionale.

Katia Ciarrocchi

 

www.liberolibro.it

 

 
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