Stefania Nardini
JEAN CLAUDE IZZO
Storia di un
marsigliese
Perdisapop – pp. 180 – Euro 14
Parte alla grande la nuova collana Rumore bianco diretta da Luigi Bernardi,
ispirata al capolavoro di Don De Lillo e intenzionata a cercare uno squarcio di luce nel quotidiano. La grafica è a dir
poco perfetta: libri agili, maneggevoli, belli da guardare, da sfogliare e da
collezionare. Badate bene: non è un spot, non li so
fare, è soltanto la prima cosa che viene in mente appena tocchiamo un volume.
Caratteri di stampa ben leggibili, illustrazioni di Ivana Stoyanova
che fanno respirare il testo, copertina - vivace ed elegante - che incoraggia
l'acquisto. Un bel prodotto editoriale, non c'è che
dire.
Il testo vibrante e partecipe di
Stefania Nardini su Izzo e il suo rapporto con Marsiglia non poteva costituire
miglior scelta per inaugurare la collana. A ogni pagina apprezziamo il legame
intenso tra la scrittrice e la città francese, così come la narrativa di Izzo è
inscindibile dalla realtà cittadina e non è possibile conoscere la sua opera se
non si affondano le radici nel territorio dove ha vissuto. Stefania Nardini
traduce molte poesie di Izzo e le utilizza per raccontare uno scrittore noto
come autore della trilogia noir che vede protagonista l'ispettore Fabio Montale.
Ci descrive un uomo nato in una città di frontiera, figlio di emigranti,
immerso in una realtà meticcia e cosmopolita, ci fa
capire che è impossibile raccontare Jean-Claude Izzo senza parlare di Marsiglia, una città
consacrata dal mito, nata dall'incontro di un marinaio della Focide con la principessa ligure Gipsy, un'invenzione
partorita da quell'incontro. Si vede che la Nardini ha amato Izzo,
perché racconta la sua vita con passione e trasporto, narra di amori infelici,
di solitudine estrema, del coraggio con cui è riuscito ad affrontare un male
terribile. Il libro narra la passione politica di Izzo, il suo essere comunista
e libertario, pacifista e sempre schierato dalla parte della povera gente, a
fianco degli umili. Dove c'è rivolta c'è
rabbia. Dove c'è rabbia c'è vita…, Izzo lo sa bene, si lascia travolgere
dal maggio francese, dalla temperie sessantottina, dai movimenti di protesta e
riesce a essere comunista, pure se il PCF - come il PCI - non vede di buon
occhio chi passa tropo tempo sui libri. Alla lunga non potrà che arrivare la
crisi tra Izzo e il partito, perché la sua intelligenza non può accettare
verticismo e stalinismo. Resta un uomo libero, di sinistra, legato a ideali di
libertà e democrazia, che fa il giornalista, un mestiere che considera umano e
importante, perché ci si devono sporcare
le mani con la realtà. Scrive una pièce teatrale su Angela Davis, ambasciatrice di un grido di dolore che veniva dalla terra della
libertà, per mettere in primo piano il dramma dei neri e il problema razzista.
Scrivere è il mio mestiere/ solitario con te morte solitaria nell'ignoto
delle parole... scrive il poeta mentre vive la sua Marsiglia, ebbra di una
povertà ancestrale, tutto il contrario di
una città per turisti, perché la sua bellezza non si fotografa, si condivide.
Per Izzo è importante l'atmosfera della città di confine, così come sono
decisivi gli abitanti, individui portatori di sogni e cultura. La sua trilogia
noir è il culmine di una grande opera che porta nei libri un intero mondo, una città
con i suoi odori, il cibo, i profumi intensi, gli aromi che provengono
dall'infanzia e i personaggi presi dal quotidiano. Sono cresciuto in mezzo all'odore del basilico come tutti i bambini del
Sud … morirà in mezzo agli odori di un porto, malato di cancro ai polmoni,
dopo una lunga lotta, scrivendo e soffrendo, perché scrivere era il suo
mestiere.
Brava Stefania Nardini che ci fai capire
cosa significa essere un vero scrittore. Izzo e Marsiglia: un binomio
indissolubile che l'autrice comprende fino in fondo, perché si nota con
chiarezza che anche tra lei e la città francese è nato un legame indissolubile.
Gordiano Lupi
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