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  Letteratura  »  Cu nesci Arrinesci, di Giuseppe Matarazzo, edito da Di Girolamo e recensito da Salvo Zappulla 15/07/2010
 

Cu nesci  arrinesci

 

 

Giuseppe Matarazzo è un giovane giornalista in carriera, fa parte della redazione economica di “Avvenire”, ha scritto per i settimanali “Tu”, “Sorrisi e canzoni”, “Star Tv”. E' di origini siciliane, sortinese (SR) per l'esattezza, oggi si può considerare un uomo di successo ma è dovuto emigrare in Lombardia per affermarsi nel campo giornalistico. In Sicilia non c'è spazio per i sogni, tutto sembra imbrigliato, tutto sembra dover passare attraverso la gestione clientelare della mala politica e del malaffare. E allora, come diceva l'anziano Alfredo al giovane  Totò in “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore: Vattinni (vattene), se vuoi ottenere successo nella vita devi emigrare, scordarti questa terra infame. In questo libro: “Cu nesci Arrinesci”,  pubblicato da Di Girolamo editore,  pagg, 80, €, 6,90, Matarazzo traccia un'analisi impietosa della nostra isola: abbiamo il mare, il sole, la buona cucina ma manca tutto il resto. C'è ancora una questione meridionale da risolvere. Nel sud è sempre emergenza rossa: la mancanza di lavoro, di infrastrutture,  la criminalità organizzata; l'Etna che erutta, la peste suina e bovina, il fuoco di Sant'Antonio, il torcicollo dei politici che li fa andare sempre nella direzione sbagliata. Insomma, non si riesce a programmare un piano di sviluppo economico serio e lungimirante. I fondi Ue: un fiume di miliardi dilapidato in corsi di formazione inutili, casolari ristrutturati per attivare improbabili agriturismi e opere incompiute. Un libro che  elargisce severe scudisciate ma vuole anche fare da sprone, scuotere le coscienze sopite e si avvale di documentazioni e testimonianze autorevoli. Sintomatiche le parole di Giovanni Puglisi, rettore Iulm di Milano e presidente Fondazione Banco di Sicilia: “Ai giovani non possiamo chiedere di restare se la politica non crea le condizioni di crescita e una intelligenza produttiva da contrapporre alla mafia”.  Per concludere le interviste ai siciliani che si sono affermati nei più svariati campi: Enrico Lo Verso, Mago Forest, Nino Frassica, Stefania Prestigiacomo, Puccio Corona, Marina La Rosa, Anna Kanakis, Tony Sperandeo, Silvia Salemi, Lando Buzzanca, Ficarra e Picone, Rita Borsellino. Tanti medici al capezzale del malato ma nessuno sembra avere la ricetta giusta.

 

Salvo Zappulla

 

 
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