La tua voce
di Virginia Foderaro
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Poesia
Silloge
Collana di
Poesia Gli Indaco
Pagg. 80
ISBN 9788890513404
Prezzo € 8,00
Leggendo e riflettendo su questa silloge poetica di Virginia Foderaro, mi domando da dove trae origine la sua forza, la
pregnanza delle sue liriche. Traspare una sorta di rimpianto in questi versi,
la sensazione di momenti perduti lungo il percorso della vita e ripresi
per la coda. Come se Virginia volesse
avocare a sé l'incanto e serrarlo dentro la fortezza della propria
memoria. E' poesia vissuta? È una voce
misteriosa che ha echi profondi nell'animo umano? Una poesia modulata su
sentenziosità vive, che riflettono aspirazioni segrete, mancate o fallite? Sono
frammenti o sintesi parziali di espressioni esistenziali? Sicuramente c'è il
suo vissuto in queste poesie, la sua complessa e indefinibile interiorità che incide
sul suo tessuto esistenziale, intriso di momenti malinconici, lampi di gioia,
ricadute, amori finiti, riconquistati, ancora perduti, ritrovati o smarriti per
sempre. In poche parole, c'è la vita, la
Sua vita, quella di Virginia e quella universale. Sentimenti
umani, in fondo comuni, ma non tutti gli esseri umani hanno la capacità poetica
di trarre impulso dalle proprie sensazioni per ricavarne versi musicali, parole concatenate con armonia in grado di librarsi
in volo per ricadere come piccole stille dorate. Dal nido dell'ultimo inverno/ il
volo nel vuoto va incontro all'ignoto./Pennelli
sottili dipingono il vento/e fissano virgole sull'orizzonte./ Oggetti smarriti
rincorrono stelle./Appeso dal nulla c'é un filo che pende./E'
corda ispessita da nuvole e attimi./ Afferro la presa e atterro/ da questo mio
volo/dal quale riporto un raggio di sole.
Questi versi li ho amati con una intensità estrema, mi hanno
fatto sognare, incarnano la speranza, la possibilità che ognuno di noi ha di
uscire dal proprio limbo e cogliere il frutto della vita. Invitano ad osare, a
tendere la mano e afferrare
l'infinito. La poesia come strumento di relazioni sociali, angolo di visuale
privilegiato, dimensione e chiave di lettura tesa a individuare la peculiarità
e la natura
pluridimensionale dell'anima che l'ha concepita. Uno spazio temporale minimo,
destinato a usurarsi in fretta nella vastità dei secoli. Una sorta di
crepuscolo che conduce a quel senso di ineluttabile tempesta che è tipica di
chi scava dentro se stesso. La poesia e il suo soliloquio.
Il Poeta e la sua unicità. Il Poeta e la sua solitudine impossibile da
scalfire. Virginia in questa raccolta segna il passo del suo cammino, le ferite
causate dai rovi lungo il percorso. Tracce affidate alla memoria, alla memoria del rimpianto, alla memoria di
questo compendio di stati d'animo profondamente vissuti e sofferti.
Salvo Zappulla