Vukovlad. Il signore dei lupi
di Paolo Maurensig
Mondadori Editore
Narrativa romanzo
Pagg. 109
ISBN 9788804550334
Prezzo € 12,00
Paolo Maurensig è tra i più originali e
visionari scrittori italiani degli ultimi anni. Ha esordito negli anni Novanta
con La variante di Lüneburg, Adelphi (1993) e Canone
inverso, Mondadori (1996), riscuotendo un forte successo e di critica e di
pubblico. Nel corso degli anni, l'autore ha pubblicato con uguale successo
L'ombra e la meridiana, Mondadori (1997), Venere lesa, Mondadori (1998), L'uomo
scarlatto, Mondadori (2001), Il guardiano dei sogni, Mondadori (2003). L'ultimo
romanzo, edito da Mondadori, è Vukovlad, il signore
dei lupi, un lavoro che si discosta abbastanza per tematiche e stile dai
precedenti lavori dell'autore: marcata è infatti la
piega gotica di Vukovlad, il quale, seppur nella sua
brevità – poco più di cento pagine – disegna un orrore ancestrale e lovecraftiano per dirci del Male e del Soprannaturale.
Vukovlad, il signore dei
lupi, all'inizio, appare come una semplice storia, una delle tante: si viene
tratti in inganno, perché, ingenuamente i lettori, nelle prime pagine credono
d'andare incontro a una storia banale, di cui possono prevederne gli sviluppi e
il finale anche. Così non è. Quella che è una storia apparentemente normale,
pian piano si evolve fino a estrarre l'anima del Male dal corpo stesso del
Soprannaturale. Paolo Maurensig in questo romanzo
breve dà prova d'esser un profondo conoscitore del lato oscuro che alberga in
ogni uomo e lo coniuga in una matrice perfettamente lovecraftiana.
“Lei crede nella potenza del Male?” Emil Ferenczi è diretto e non ha intenzione di lasciare il suo
unico ascoltatore alla bellezza del paesaggio, quasi arcadico, di Capri. Suo
malgrado, quel signore che era a Capri per distendersi e lasciarsi il mondo
alle spalle, deve sorbirsi la storia dell'ottuagenario Emil,
che gli racconta di quand'era giovane. E così comincia a narrare: nell'agosto
del 1939, Emil Ferenczi è
sui monti Tatra, in Polonia, per fronteggiare l'imminente invasione nazista come sottufficiale dei
Cacciatori Ungheresi. La natura è ostile, il paesaggio è selvaggio e oscuro:
tutto l'intorno brulica di mistero, di un mistero che spia gli uomini da dietro
gli alberi, i cespugli, da sotto la neve che ricopre la più parte del
paesaggio. La marcia serrata del plotone, a un certo punto, viene arrestata: Vukovlad, una creatura che semina il terrore nei villaggi
circostanti, adesso ha preso di mira il sottotenente Emil
e tutti i commilitoni. Il mondo razionale finisce con lo sconfinare in uno da
bestiario: l'uomo, in questo nuovo romanzo di Maurensig,
viene spogliato della sua aura divina per evidenziarne il lato oscuro, quello
dedito al Male, quasi fosse un carattere recessivo dell'animo umano. Maurensig ci mette di fronte a un uomo che, per millenni,
ha soppresso questo carattere ammantandosi di civiltà intelligenza scienza
politica, ma senza mai sconfiggerlo: il Male è nell'animo, o meglio ancora
nella natura stessa dell'essere umane che è prima
d'ogni altra cosa un animale. “Lui sosteneva che alla luce della luna,
nell'attimo in cui gli aveva esploso contro alcuni colpi di revolver, era
riuscito a scorgerlo distintamente ed era pronto a mettere la propria mano
sulla Bibbia per giurare che quanto aveva visto, muso o
volto che fosse, era composto al contempo da tratti umani e ferini. Qualcuno
suggerì che potesse trattarsi di un essere soprannaturale, di qualche entità
malvagia che si aggirava tra i cimiteri.”
Per la prima volta Paolo Maurensig
abbandona lo stile che più gli era congeniale, quello che l'ha reso uno
scrittore di culto gradito tanto ai lettori in cerca d'emozioni forti quanto a
chi invece abituato a letture più robuste: come già detto, questo è il più lovecraftiano – e per certi versi ambiguo – romanzo
dell'autore. Se nelle prove precedenti la dimensione era tutt'al più onirica e
surreale, in questo Vukovlad il Male viene mostrato
(dimostrato) senza alcuna reticenza, in quanto Esso è nel DNA stesso di
quell'animale, di quel mammifero, che è l'uomo. L'identità dell'umanità subisce
uno sdoppiamento necessario, che affonda le sue radici in una Storia ancestrale
e biblica, ovvero di quando millenni or sono l'uomo
apparve sulla Terra vestendo le spoglie mortali di Caino per uccidere Abele.
Sicuramente il più ambizioso romanzo di Paolo Maurensig,
che si affranca, se non definitivamente almeno in buona parte, dalla dimensione
onirica per dare corpo a una ancestrale e mistèrica.
Giuseppe
Iannozzi
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