DALLE GALEE AL BAGNO AL CARCERE
di MARIA ANTONIETTA PINNA,
Armando
Siciliano Editore, pp. 197, € 15
Un percorso dettagliato nella storia, nella storia degli uomini
sottomessi ad altri uomini. Vittime e carnefici procedono per vie parallele accomunati dalla stessa sorte ingrata. Maria
Antonietta Pinna, esperta criminologa, in questo suo libro di esordio,
pubblicato da Armando Siciliano Editore, ci fa conoscere tutti gli aspetti
aberranti sui sistemi di detenzione e di pena dal XVI secolo fino al carcere da
guerra. Uomini costretti a remare fino allo sfinimento, immersi nei loro stessi
escrementi, torturati e seviziati fino alla morte. Allora non c'era la legge
sul legittimo impedimento a tutelare i malfattori, che spesso non erano
malfattori ma semplici persone cadute in disgrazia o invise ai potenti. E'
stupefacente scoprire aspetti della natura umana così perversi, il piacere
subdolo degli aguzzini nell'infierire con compiaciuta crudeltà nei confronti di
esseri inermi, impossibilitati a difendersi. E tutto in nome di una legalità completamente
astrusa e illusoria. La detenzione non come strumento di recupero teso alla
rieducazione del condannato ma quale coercizione e annientamento
dell'individuo. I prigionieri mangiavano una volta al giorno, solitamente all'imbrunire per non
vedere cosa avevano nella scodella: il rancio del marinaio era costituito da
galletta, impasto di acqua e farina condita da aceto per coprire il gusto di
marcio, da qui il nome rancio, ossia rancido, acido. Dormivano nelle panche legati, e soffrivano dello scorbuto, malattia
che insorge per carenza di vitamina C. Il vino era molto apprezzato dai forzati
e pur di averlo erano disposti a sottoporsi alle umiliazioni peggiori, persino
a lasciarsi sodomizzare. Questo saggio di Maria Antonietta mi ha portato in un
mondo a me sconosciuto, come addentrarsi nelle viscere dell'inferno e scoprirne
gli orrori, tastarli con mano pagina dopo pagina. Un libro ben curato, con
numerose illustrazioni e riferimenti. Ne consiglio la lettura a quanti
desiderano qualche volta volgere lo sguardo al passato e seguire passo dopo
passo le conquiste dell'uomo verso la civiltà.
Salvo Zappulla