L'Odore del Pane
di Sandro Orlandi
In copertina illustrazione di Maristella Angeli
Montag Edizioni
Collana Le Fenici
Pagg. 166
ISBN 978-88-96793-01-5
Prezzo € 14,00
Due Paesi di
Montagna, Albe e Vallier, si fronteggiano dalle due sponde di un torrente in secca.
Nati alla fine del XVIII secolo, poco dopo l'anno 1800 vengono completamente
abbandonati: oggi ne restano solo le rovine, insieme a quelle di antico
convento, poco più a valle. Perché, si domanda una coppia di turisti
d'oggigiorno?
Questo è
l'inizio di un romanzo estremamente originale, sia nella trama, sia nello
svolgimento. Partendo da luoghi esistenti, e da fatti realmente accaduti,
Sandro traccia con grande abilità una storia di intrighi, passioni, delitti,
che affonda le sue radici addirittura nel tardo medioevo e terminerà solo ai
giorni nostri.
Anziché
cadere nella facile trappola del romanzo storico (noioso) o pseudo-storico
(banale), Sandro si avventura con perizia attraverso diversi piani narrativi,
da cui presto prendono corpo due vicende apparentemente distinte, ma destinate
a ricongiungersi: la prima è ambientata intorno all'anno 1800, l'altra, ai giorni
nostri, circa 200 anni dopo.
Parlarvi
troppo della vicenda stessa, e di come si muovano al suo interno i numerosi
personaggi, sarebbe togliere al romanzo la sua forte carica di drammaticità,
costruita attraverso il mistero, i sogni, i ricordi di passioni, di odii, di delitti. Preferisco quindi citare alcuni elementi
che mi hanno particolarmente colpita.
E' difficile
individuare un protagonista assoluto: direi che si tratta piuttosto di un
romanzo corale, di gruppo, dove ogni personaggio è tratteggiato brevemente, ma
con molta efficacia, sia nel suo aspetto fisico, sia nel carattere. Un
particolare inconsueto: sono tutti chiamati per nome. Non abbiamo quindi il curato, la
badessa, l'oste, lo straniero, i visitatori; bensì nomi propri, per tutti, dal
primo all'ultimo. Il lettore si trova così immediatamente trascinato nella loro
quotidianità, anche nella loro intimità, tanto che sembra di conoscerli da sempre.
L'alternarsi
dei due momenti
storici, permette a Sandro di descrivere la vicenda più antica senza perdersi
in troppe considerazioni esterne, ma andando dritto al pensiero e allo stato
d'animo dei protagonisti, attraverso dialoghi serrati e personalissime
riflessioni. L'ambientazione, la descrizione del paesaggio, il turbinare degli
eventi storici, sono delegati ai nostri contemporanei, che li ricostruiscono
attraverso ricerche d'archivio, facendo un'escursione, o semplicemente
ammirando un panorama. Questo permette allo scrittore di non perdersi in
particolari inutili. Il passato è passato, ciò che conta sono solo le persone
che lo hanno vissuto.
Per dare più
corpo al mistero, e per giustificare la ricerca che un gruppo di persone decide
di affrontare insieme con impegno e dedizione, Sandro introduce un pizzico di
soprannaturale: incubi notturni, un medaglione che evoca visioni, due donne
particolarmente sensitive. L'argomento è trattato con molta delicatezza, e solo
quel tanto che basta ad cementare l'unione tra le due vicende che, altrimenti,
non avrebbero ragioni di essere così profondamente legate. Delicatezza molto
apprezzabile, che evita lo scadere nei toni del “noir”, spesso solo un modo
elegante per definire cattivo gusto o cattiva letteratura.
L'Odore del
Pane è un libro avvincente, che si legge tutto d'un fiato, ma che racchiude al
suo interno profonde riflessioni sulla vita, su quanto essa
sia breve, unica. Sprecarla non è consentito. Una scelta sbagliata può avere
conseguenze devastanti, soprattutto verso chi si ama. Non è facile trovare una lettura che sia allo
stesso tempo piacevole e intelligente. Per questo mi sento di consigliare il
romanzo di Sandro Orlandi a tutti coloro che in un libro cercano un'occasione
per approfondire le proprie conoscenze, e al tempo stesso regalarsi qualche ora
di piacevole svago.
Citazioni
Il
tratteggiare alcuni personaggi attraverso una ricostruzione moderna permette
alcune riflessioni che nei libri “ufficiali” di storia non trovano spazio.
Ne riporto
una che trovo molto attuale:
“Era certamente un forestiero […] che portò
qui in paese il seme della ribellione all'ordine costituito di allora. Un
rivoluzionario ante litteram, si direbbe, ma oggi si chiamerebbe in un altro
modo: un terrorista!”
Due secoli
di Storia, condensati in due frasi.
Molto
significativo mi è parso anche il dialogo tra un vecchio corrotto e un giovane
idealista, entrambi in prigione, per ragioni diametralmente opposte:
Il vecchio : “[…] Tu sei solo un
giovane infantile, che gioca a far la guerra con le bombe per sentirsi Dio, e
non si accorge che miete vittime anche tra i suoi amici […] La vita non è
giusta, mai, […] e bisogna imparare ad accettarla. […]
Il Potere! Da sempre esiste e continuerà ad esistere anche senza di te […] lo
vorresti dalla tua parte? Allora non pensare di essere migliore degli altri, o
di me. […]”
Il giovane: “(tu sei) L'uomo che sputa sugli ideali
degli altri perché non è capace di averne di propri. L'uomo che ha sostituito
l'amore con il denaro, l'equità sociale con il potere, l'amicizia con la
sopraffazione. […] Solo questo capisci tu:la
proprietà. In nome di un fantomatico diritto di sopravvivenza schiacci tutto e
tutti per il tuo schifoso tornaconto personale. […]
Ringrazio quel Dio in cui non credo per non essere come te. […]
“
Ieri, oggi…
sarà così anche il domani? A quanto pare la storia si ripete immutata, ora qua,
ora la, ma senza grandi differenze.
Rosella
Rapa