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  Letteratura  »  L'Apprendista, di Gordon Houghton, edito da Meridiano Zero e recensito da Giuseppe Iannozzi 08/10/2010
 

Gordon Houghton è l'Apprendista
dalla parte dei morti resuscitati

 

Provate a morire. Una volta, una sola non potrà farvi poi troppo male!
Sul letto di morte quale sarà il vostro ultimo pensiero? E: avrete tempo di formularlo un pensiero, o piuttosto tirerete le cuoia punto e basta?
I più non se ne accorgono proprio che la loro vita è bell'e finita: un momento prima tenevano in mano l'ennesimo drink, quello dopo non sono più. Un proiettile vagante e quella strana cosa che è la vita gli scivola via fra le dita. Non sono poi pochi quelli che passano le loro giornate in attesa della Grande Falciatrice, peritosi, incapaci persino di respirate tanta è la paura di buscarsi un raffreddore. E c'è però anche chi la morte la insegue quasi la ritenesse l'unica degna amante da allattare al seno, dalla culla alla tomba: Janis Joplin, Jim Morrison, Jimi Hendrix, per tutta la loro breve esistenza non hanno fatto altro che sedurre la Morte provocandola stuzzicandola interpretandola con voce chitarra e scimmie sulla schiena.

Gordon Houghton immagina una storia, quella di uno zombie, o meglio di un tizio che è andato incontro alla morte in giovane età per un incidente capitatogli fra capo e collo proprio mentre stava svolgendo il suo lavoro di investigatore privato se non proprio alle prime armi quasi.
Ade è stato assassinato, non si sa da chi, fatto sta che i quattro cavalieri dell'Apocalisse, Morte, Guerra, Carestia e Pestilenza hanno bisogno di rimpiazzarlo. Scegliere il successore di Ade è meno semplice di quanto si possa immaginare, ecco dunque l'ennesima estrazione, o meglio riesumazione: Morte tira fuori dalla tomba il fortunato cadavere che suo malgrado diventerà l'Apprendista, per una settimana, al termine della quale i quattro Cavalieri dell'Apocalisse daranno il loro responso se è adatto o no a ricoprire il ruolo che fu di Ade. Il giovane zombie non sa che pesci prendere e quando un barlume d'intelligenza comincia a risvegliarsi nel suo cervello zombizzato è troppo tardi: oramai ha firmato il contratto, per sette giorni si darà da fare per prendere il posto di Ade, dovrà accompagnare Morte e imparare da lui; e se alla fine della settimana concessagli sarà giudicato non buono, potrà tornarsene nella tomba.

All'inizio l'Apprendista si sente scombussolato, non capisce, i Cavalieri non sono proprio come lui se li era immaginati, e poi c'è Rissa, un giovanotto strano che si dice sia stato lui a far secco Ade. Tuttavia mancano precise prove a suo carico e la sola cosa che si possa fare per il momento è di formare l'Apprendista affinché prenda il posto di Ade e il ruolo che fu suo. C'è anche il grande Capo che guida tutta la baracca. Tuttavia trovarlo in ufficio è una impresa della Madonna, pare che non ci sia mai o che sia sempre impegnato, per cui avere un faccia a faccia con lui è più duro che guadagnarsi il Paradiso.

L'Apprendista, accompagnato da Morte, lo aiuterà nel suo compito, quello di aiutare i destinati a trapassare. Ma non è che sia proprio portato per questo mestiere, passa difatti la maggior parte del tempo a rimettere pure l'anima e a cercare di capire che ne è stato della sua vita precedente quando non era uno zombie. Scopre di sé cose che non avrebbe mai immaginato, gli arrivano risposte che solo una fine prematura gli potevano fornire, e non da ultimo capisce che nonostante sia solo uno zombie non ci tiene proprio a tornare nella tomba sotto due metri di terra, nel cimitero di Oxford.

Humour nero ma non privo di filosofia esistenzialista e di un dissacrante spirito kafkiano: l'Apprendista è infatti la storia tragicomica di un giovane investigatore, non troppo fortunato in vita e nemmeno una volta zombie, che suo malgrado si vede costretto ad affrontare ancora una volta l'esistenza ma nelle vesti di morto ricucito alla bell'e meglio dopo l'autopsia, pallido e con il pene mozzato.
Gordon Houghton fa sua l'arguzia di Terry Pratchett, l'assurdità situazionale di Ronald Dahl, la poeticità dark di Neil Gaiman, ma anche l'esistenzialismo di Franz Kafka e la cupa logica “illogica” di Dino Buzzati. Attraverso l'Apprendista, Gordon Houghton prende per i fondelli almeno tre generi letterari: il giallo, il noir, il rosa. Houghton invita il lettore a riflettere sul pasticciaccio che la morte è divertendolo, dandogli in pasto uno zombie pasticcione ma non per questo privo di sentimenti: non è azzardato sottolineare che il giovane apprendista è più vivo lui di tanti uomini e donne, che ogni giorno si suicidano per delusioni d'amore o solo perché stanchi di essere. Non leggere
l'Apprendista è un crimine contro la Vita e la Morte. Credetemi sulla parola.

L'ApprendistaGordon Houghton - traduzione di Stefania SapuppoMeridiano Zerocollana primo parallelo – ISBN 978-88-8237-217-8 – Pag. 288 – Euro 15,00

 

Giuseppe Iannozzi

 
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