Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
 

  Il cerchio infinito  »  Il cerchio infinito - La recensione di Mara Faggioli 11/09/2009
 

Il cerchio infinito

di Renzo Montagnoli

Introduzione dell'autore

Prefazione di Fabrizio Manini

In copertina “Galassia M 104”

fotografata dal telescopio spaziale Spitzer della NASA

Elaborazione grafica di Elena Migliorini

Edizioni Il Foglio Letterario

www.ilfoglioletterario.it

ilfoglio@infol.it

Poesia silloge

Pagg. 70

ISBN: 978-88-7606-196 – 7

Prezzo: € 10,00

 

 

 

Nella raccolta poetica “Il cerchio infinito  Renzo Montagnoli ci accompagna nel  misterioso viaggio della vita, denso dei tanti interrogativi che l'uomo  da sempre si pone, fin da quando è apparso sulla terra, trascinando perennemente  con sé  un pesante bagaglio di domande sulla vita e sulla morte, sul senso dell'esistenza  umana e su  ciò che può esistere  di immortale “Non siamo che atomi/ di un sistema/ che sfugge ad ogni logica/  i microscopici tasselli/ di un ordine ignoto/ umili parti di un disegno/ troppo immenso/ per esser capito.”

E proprio su questi infiniti  interrogativi senza sicure risposte e  sull'incertezza del presente,  il poeta pone l'accento nell'introduzione al libro, sottolineandone proprio per questo  il valore positivo poiché,  se così non fosse,  l'uomo perderebbe il desiderio e la voglia di vivere e, come dice Umberto Saba nella poesia  “Sera di febbraio”,  “…Ed è il pensiero della morte che, in  fine,  aiuta a vivere”.

In questa  raccolta poetica  Montagnoli affronta, inoltre,  il tema  della fugacità del tempo, dell'ansia dell'uomo e   la ricerca del tempo perduto viene condotta   sul filo della memoria  con grande pregnanza introspettiva.  Poesia   colma di malinconica  nostalgia per il tempo che inesorabilmente passa come nella poesia “Attimi  “…Vite chiuse nell'arco d'un momento/ come gli anni dell'uomo…” o come nella poesia dedicata al Fiume  “…scorre, lento,/ il fiume ignora/ la sua età…”  che ci riconduce al trascorrere del tempo “panta rei”,  “tutto scorre” come il fiume, come  l'acqua, così  la vita,  o come  nella poesia “Il tempo corre” “…un battito di ciglia/ ed è già domani.”.

Ma la “malinconia”  di Montagnoli può divenire anche “gioiosa”  come nel felice ossimoro della poesia “Quando il poco è tanto”.

Di grande efficacia  per la brevità fulminante è la poesia “Il cerchio infinito II”: “Guardo la tua alba/ nella luce/ del mio tramonto.” che,  indubbiamente, risente  della lezione ungarettiana.

Poesia dal verso libero,  chiara e limpida   come acqua di sorgente, apparentemente semplice  e nello stesso tempo   profonda  per i  suoi contenuti, particolarmente coinvolgente per i temi trattati.  Dunque, poesia  di  riflessione  e meditazione, come del resto tutte le opere di Renzo Montagnoli, siano esse poetiche,  di narrativa o saggistiche , autore di  profonda  sensibilità anche  nell'affrontare i  grandi temi civili, l'attualità e la storia del passato.

Nella precedente raccolta poetica, “Canti Celtici”,  Renzo Montagnoli  affronta  i mali dell'uomo moderno, impegnato nella corsa al progresso ed al raggiungimento dei beni materiali con il  conseguente distacco dai veri valori della vita che ci consegnano  ad una realtà sempre più disumanizzante  e ne tratteggia con  efficacia  la sua accorata  preoccupazione  per il destino delle future generazioni.

In questa raccolta non poteva mancare il  dialogo del poeta con l'anima “E' una luce/ che vibra nel buio…..”  “niente è più lieve/ del sussurro dell'anima…” o come nella poesia Anima mia  fa che ogni minuto/ sia stato degno d'essere vissuto.”  per  giungere fino alla poesia  “Dentro di me” dove Montagnoli afferma: “l'anima esiste/  e con il corpo non finisce.

Ma, in fondo, la poesia di Renzo Montagnoli,  seppur soffusa di malinconia,  lascia sempre spazio  alla speranza “gli occhi  si chiudono/ a ritrovar nella memoria/ il conforto per proseguire/  nel cammino.”  oppure  come nella poesia  “Il desiderio di vivere” “..per ritrovare nel passato/ il desiderio di vivere ancora.” Ma più ancora nella poesia dedicata al Glicine dove il poeta dice: .. sfida il vento d'inverno/ sperando in un'altra primavera.”

Poeta, dunque,  di grande sensibilità che con delicatezza riesce   ad affrontare i   profondi temi dell'umanità  con occhio  attento e vigile  ma,  soprattutto, sempre  con grande coerenza e correttezza.

                                Mara Faggioli

 

 

 

 

 
©2006 ArteInsieme, « 013953612 »