Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
 

  Bell'Italia  »  Gli altipiani dei forti, di Renzo Montagnoli 31/07/2012
 

Gli altipiani dei forti

di Renzo Montagnoli

 

 

Ai confini di Asiago e dei Sette Comuni si estende in Trentino un grande tavolato, la cui quota media è di circa 1.000 metri.

Questa distesa verde, coperta da prati e da boschi, si suddivide in tre distinti altipiani: quello di Folgaria, quello di Lavarone e quello di Luserna.

Il paesaggio è tipicamente alpino, benché i rilievi siano di modesta altezza e non siano presenti le caratteristiche formazioni rocciose proprie delle Dolomiti.

Il clima è particolarmente salubre, con inverni non troppo rigidi e buone precipitazioni nevose, e con estati ricche di sole, ma con temperature non elevate.

Questo tavolato, quindi, è particolarmente frequentato dai turisti, anche perché soprattutto per quelli delle province di Vicenza, Padova, Verona, Brescia e Mantova è facilmente raggiungibile, data la non elevata distanza e la presenza di strade comode e anche veloci.

Caratteristica che inoltre accomuna questi altipiani è la presenza di forti, che ebbero il loro battesimo del fuoco durante la 1^ Guerra Mondiale.

Dos delle Somme, Sommo Alto, Cherle, Belvedere, Luserna, Busa Verle, Cima Vezzena, queste sono i nomi delle fortezze austro-ungariche, che dal lato opposto, cioè più a sud, erano fronteggiate da quelle italiane (Campomolon, Casa Ratti, Punta Corbin, Campolongo, Verena, Interrotto e Lisser).

Già esistenti prima di quel conflitto, erano sempre stati zitti e quieti, ma, alla dichiarazione di guerra, iniziarono a cannoneggiarsi e quelli austriaci furono il trampolino di lancio della Strafexspedition che fra il 15 maggio e il 27 giugno 1916, nel corso di una durissima battaglia, vide le truppe dell'Intesa travolgere le linee italiane, dilagare nell'altopiano dei Sette Comuni, distruggere Asiago, per poi essere fermate proprio mentre si accingevano a scendere su Vicenza, a completamento di una manovra a tenaglia che nelle intenzioni avrebbe accerchiato il nostro esercito impegnato sull'Isonzo.

Un po' per i danni di guerra, un po' per la necessità negli anni precedenti il secondo conflitto di recuperare ferro, queste gigantesche opere murarie sono state rimaneggiate, fatta eccezione per il Forte Belvedere, che lo stesso Vittorio Emanuele III volle che rimanesse intatto a testimonianza della guerra vittoriosa.

E' l'unico a essere visitabile e si trova sull'altopiano di Lavarone;

ben curato, è meta di numerosi visitatori che possono vedere come si vivesse in queste fortezze; tutto è rimasto come allora e mancano solo i cannoni nelle torrette girevoli.

Gli altri forti, sia quelli italiani che quelli austriaci, sembrano scheletri di dinosauri, aggrediti dalle erbacce, ma nondimeno interessanti, tanto che esistono comodi sentieri per poterli raggiungere.  

Se le fortezze sono una caratteristica di questa zona, la stessa presenta altre attrattive e mete meritevoli di visita.

A parte i cimiteri di guerra, di cui quello di Costalta sulla strada che dal passo Vezzena porta a Luserna,è indubbiamente caratteristico e commovente, c'è la salita, a piedi o con telecabina, al Monte Cornetto, che sovrasta Folgaria, e che precipita sulla valle dell'Adige con un panorama mozzafiato. 

In Località Costa di Folgaria, poi, nei pressi del Campo da Golf, c'è lo ieratico Santuario della Madonnina e, dopo una salutare e piacevole passeggiata nel bosco, il biotopo di Ecchen, una torbiera che è area protetta.

A Lavarone poi c'è il famoso laghetto, una perla incastonata nel verde, meta di numerosi bagnanti, e infine, oltre all'alpestre passo Vezzena, il passo Coe, nelle cui vicinanze, durante la guerra fredda, esisteva una base Nato con tanto di missili.

Durante la bella stagione, cioè in estate, esistono numerose passeggiate ed escursioni, e la zona è particolarmente ricca di funghi.

Nell'inverno ci sono ampie possibilità di praticare sport invernali, con piste di discesa di media difficoltà e con due centri del fondo di fama internazionale (quello di Passo Coe e quello di Luserna, che ospita ogni anno la Millegrobbe, gara a cui partecipano i migliori fondisti).

L'ospitalità è assicurata da numerosi alberghi e la cucina è quella trentina classica, che incontra facilmente i gusti di tutti.

Come si arriva?

Dal Veneto, passando da Asiago, e valicando il passo Vezzena (a proposito se sui Sette Comuni si produce il delizioso Asiago, di qua assai buono è il formaggio Vezzena, specie quello di media stagionatura); sempre dal Veneto risalendo all'Alpe dei Fiorentini e da lì, passando vicino a forte Cherle, si scende a Costa di Folgaria; dalla Lombardia con la veloce  autostrada del Brennero, con uscita a Rovereto Sud e prendendo l'ampia - ma in paio di punti stretta  - strada che porta a Serrada di Folgaria, oppure a Rovereto Nord, da cui, dopo un piacevole percorso fra i vigneti della Valle dell'Adige, a Calliano si prende la carrozzabile, stretta e tutte curve, che porta direttamente a Folgaria.

 

 

Siti Internet Utili:

 

Per alloggiare:

 

Altipiani di Folgaria Lavarone e Luserna

 

Per escursioni:

 

Forte Belvedere

 

Biotopo di Ecchen

 

Lago di Lavarone

 

Monte Cornetto

 

Passo Vezzena

 

Per tutte le notizie sui forti:

 

Camminando tra i forti

www.fortinorditalia.altervista.org

 

Le fotografie:

Nell'ordine (dall'alto verso il basso):

-         Panorama di Folgaria da Serrada

reperita sul sito www.wikipedia.org;

-         Biotopo di Ecchen *;

-         Santuario della Madonnina *;

-         Laghetto di Lavarone *.

 

Nota: * Tranne la prima, le altre sono state scattate da me.

 

 

 

 
©2006 ArteInsieme, « 014032158 »