Piazza San Pietro
di Renzo Montagnoli
Quando, in un ormai quasi lontano
passato, andavo a Roma per motivi di lavoro e, a volte, vi restavo per tre-quattro giorni, avevo l'abitudine, dopo cena, di fare
due passi per la città, onde poter vedere almeno l'esterno di quegli edifici
monumentali che, data l'ora, non potevo visitare. Erano delle camminate non
certo brevi e quasi sempre la mia meta era la Basilica di San Pietro e la sua
omonima piazza. Già imboccando via della Conciliazione lo sguardo volgeva verso
l'alto per ammirare, nell'oscurità incipiente, le forme maestose del cupolone,
ma il meglio era quando arrivavo nella piazza, che studiavo quasi nei minimi
particolari e che ogni volta mi sembrava un gigantesco abbraccio. Lo scorso
anno, dopo un periodo lungo di assenza, sono ritornato a Roma per motivi
unicamente turistici e se il giorno dell'arrivo ho potuto finalmente visitare
la basilica, l'indomani mattina (era domenica) mi sono recato a piazza San
Pietro, giusto in tempo per presenziare all'Angeluas
di Papa Francesco. Sarà stata l'emozione di trovarmi, pur semplice puntino in
una moltitudine di fedeli, davanti a un pontefice il cui linguaggio semplice,
ma denso di significati raggiunge direttamente il cuore, sarà stato forse anche
l'effetto del trovarmi di fronte al tempio della cristianità, sta di fatto che
mi ha colto un'emozione che quasi mi impediva di ammirare quella piazza alla
luce naturale del sole. Tuttavia, prima di lasciarla, l'ho fotografata mentalmente,
cercando di cogliere quei significati che sono racchiusi in essa, oltre
all'indiscutibile pregio architettonico. È cos' che ho pensato che quel
colonnato architravato è effettivamente simile a due braccia protese per
raccogliere in sé gli uomini, un simbolo della religione che vede una chiesa
che, pur nel messaggio evangelico, scende sulla terra a proteggere l'umanità,
come una madre stringe a sè i suoi figli per
dimostrare sì il suo affetto, ma anche per affermare che, ove ve ne fosse
bisogno, lì ci si può rifugiare. È vero che in passato la chiesa romana non è
stata un luminoso esempio di bontà e di carità, ma nei tempi che cambiano
sembra ora aver ritrovato quella sua naturale attitudine a difendere gli uomini
dalle ingiustizie perpetrate da altri uomini.
Dopo questo lungo preambolo con cui ho
inteso spiegare cosa rappresenti per me questa piazza mi pare sia giunta l'ora
per parlarne in termini storici e architettonici.
La piazza e la sua basilica sono
edificate in una assai piccola valle sita fra due colli (Vaticano e Gianicolo) su un terreno in cui in epoca romana c'erano il
Circo di Nerone, la via Cornelia e un piccolo cimitero dove fu sepolto
l'apostolo Pietro, dopo essere essere stato
martirizzato nel vicino Circo. Per tale motivo nel quarto secolo fu eretta la
basilica costantiniana, con antistante una piazza, entrambe ben diverse dalle
attuali. Nei secoli ci furono diversi interventi, ma quello più importante e
risolutivo prese forma, almeno come studio e progetto, nel XV secolo per
volontà del papa Giulio II. I lavori per l'edificazione della nuova basilica
furono assai lunghi e non interessarono la piazza, della cui sistemazione
cominciarono a occuparsi solo nel XVII secolo, anche perché se la grande chiesa
era una meraviglia riscontrabile da tutti, lo spazio antistante sembrava avulso
dallo stile architettonico a cui era improntata la basilica, sminuendone
peraltro il valore, proprio come una pessima cravatta su un abito di pregio.
Non si trattò però di una pratica
semplice e rapida, anche perché c'erano delle obiettive difficoltà finanziarie,
che vennero superate con l'idea della Fabbrica di San Pietro di affittare o
vendere gli immobili di pregio che si affacciavano sulla piazza stessa. Dopo
progetti e controprogetti nel 1657 venne approvato quello del Bernini che
prevedeva colonnati architravati a formare dei porticati, requisito
quest'ultimo che rispondeva anche all'esigenza della tradizionale processione
del Corpus Domini.
Il progetto di Bernini è veramente
geniale perché prevede, dinnanzi alla facciata della basilica, un ampio spazio
trapezoidale, la cosiddetta piazza retta; ne risulta una visione prospettica di
San Pietro che impreziosisce l'edificio, dandogli respiro, e nello stesso
tempo, grazie ai colonnati, che ne sembrano appendici e formano un perfetto
ovale, offre appunto al visitatore quella sensazione di grande abbraccio che ho
provato anch'io.
Il risultato è sotto gli occhi di
tutti e credo che l'architetto non avrebbe potuto fare di meglio, perché piazza
e Basilica sembrano un tutt'uno, una perfetta integrazione senza che un'opera
sminuisca l'altra.
Una piccola nota: nella piazza sorge,
come quasi alle sue origini, un obelisco, come altri se ne trovano a Roma.
Questo, che è chiamato Vaticano, svetta verso il cielo per un'altezza di 25,5
metri; è di origine egiziana, ma è privo di geroglifici. Prima della sua
attuale collocazione, faceva bella vista nei pressi del Circo di Nerone e, dato
che come abbiamo appurato, la basilica e la piazza sorgono dove un tempo
esisteva anche questo anfiteatro, non poteva trovare migliore collocazione.
Fonti:
- Wikipedia ( www.wikipedia.org);
- Piazza San Pietro (www.piazzasanpietro.org),
in cui è stata reperita anche la fotografia a corredo dell'articolo