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  Bell'Italia  »  L'abbazia di San Benedetto in Polirone, di Renzo Montagnoli 16/05/2016
 

L'abbazia di San Benedetto in Polirone

di Renzo Montagnoli

 

Mantova, capotale della cultura 2016, attira ogni giorno migliaia di turisti, attratti dai suoi monumenti. Le mete preferite sono il Castello di San Giorgio, con la sua famosa Camera picta o Camera degli sposi, il Palazzo Ducale, il Palazzo Te, la Basilica di Sant'Andrea, il Palazzo d'Arco e altri edifici meno noti, ma non per questo immeritevoli di essere visitati.  Tuttavia, anche la provincia presenta luoghi di grande interesse, come per esempio Sabbioneta, Castellaro Lagusello e il Santuario della Beata Vergine delle Grazie. Di tutti questi ho già scritto e ora vorrei spostarmi un po' dalla città, prendere la strada che porta a sud, attraversare i paesi di Borgo Virgilio e Bagnolo San Vito, andare oltre il Po su un ponte che, purtroppo, è interdetto al traffico pesante e che a breve subirà una radicale e opportuna ristrutturazione. Appena attraversato il grande fiume c'è un borgo agricolo (San Benedetto Po) che deve la sua fama a una vera e propria chicca, cioè l'Abbazia di San Benedetto in Polirone. Fondata nel 1007 da Tedaldo di Canossa, nonno paterno della celebre Matilde, fu donata da quest'ultima nel 1077 al papa Gregorio VII in occasione dello storico incontro, a Canossa, del pontefice con l'imperatore Enrico IV. La conduzione del monastero fu affidata a Ugo, abate dell'Abbazia di Cluny, circostanza che influenzò notevolmente i suoi sviluppi, tanto che la chiesa fu ricostruita all'incirca nel 1130 secondo l'impostazione architettonica cluniacense, vale a dire con transetto absidato, cappelle radiali e deambulatorio. In breve il monastero diventò un grande centro culturale, essendo dotato anche di un famoso scriptorium, in cui si riproducevano testi non solo liturgici. Nel XIII  e XIV secolo vi fu un periodo di decadenza interrotto solo dall'avvento dei Gonzaga, i Signori di Mantova, che diventarono amministratori del monastero, riportandolo all'antico splendore. La chiesa, per esempio, fu ricostruita in stile tardo gotico, come la si può vedere adesso. Con il termine della signoria dei Gonzaga nel ‘600 iniziò un periodo buio, di decadenza accentuata, al punto che l'Abbazia venne soppressa in periodo napoleonico. Attualmente rimangono tre chiostri, un grande refettorio, l'infermeria nuova e la basilica; del periodo medievale resta solo la Chiesetta di Santa Maria.

Che cosa c'è da vedere pertanto?

Andiamo con ordine e cominciano la visita.  Partiamo proprio dai tre chiostri, quello dei Secolari, con il piano terra destinato ad accogliere i pellegrini e i poveri e quello superiore riservato agli ospiti di riguardo; da lì, passando per lo storico scalone barberiniano, si accede al Museo Civico. Sul retro della basilica c'è il chiostro di San Simeone, sempre su due piani, in passato destinato a infermeria, ad abitazione dell'abate, alle celle dei monaci, alla cantina e ad attività artigianali di sussistenza; inoltre nei pressi ci sono i resti di tombe di abati. Infine passiamo all'ultimo chiostro, quello di San Benedetto, assai più grande degli altri due. Infine troviamo il refettorio monastico, dove i monaci consumavano i loro pasti, e sotto il quale ci sono le particolati cantine cinquecentesche. Una visita al Museo Civico Polironiano è opportuna, perché è uno dei maggiori musei etnografici italiani. Ultima nel percorso  resta la Chiesa Abbaziale, riedificata  fra il 1540 e iol 1545 da Giulio Romano, conservando le vecchie strutture romaniche e gotiche. A parte il raffinato e pregevole risultato architettonico, si trovano statue, affreschi e dipinti di buona scuola, nonché il sepolcro di Matilde di Canossa (ma i resti della contessa non ci sono più dal 1633 quando furono traslati nella Basilica di San Pietro a Roma).

 

Gli orari di visita sono i seguenti:

Dal 1 marzo al 31 ottobre 2016 (orario estivo)
Da martedì a venerdì dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00
Sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00
Lunedì aperto solo su richiesta

 

Dal 1 novembre 2016 fino a fine febbraio 2017 (orario invernale) 
Da martedì a venerdì dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 17.30
Sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30 

 Lunedì aperto solo su richiesta                                                                                 

I prezzi dei biglietti:

Tariffe in vigore DAL 1 GENNAIO 2016:

€ 8,00 INTERO (Chiesa abbaziale, chiostri e Museo Civico Polironiano

€ 7,00 RIDOTTO (Chiesa abbaziale, chiostri e Museo Civico Polironiano)

€ 2.50 BIGLIETTO INTEGRATIVO per la visita al resto del complesso monastico - Refettorio e Cantine - SOLO per chi effettua la visita al "Percorso matildico"

 

€ 5,00 INTERO per la visita del Museo Civico Polironiano

€ 4,00 RIDOTTO per la visita del Museo Civico Polironiano

 

FAMIGLIE Ogni adulto un bambino gratis (fino ai 17 anni)

 

€ 6,00 PERCORSI DIDATTICI con laboratorio (solo su prenotazione)

€ 2,50 RESIDENTI (previa esibizione carta d'identità)

GRATUITO per bambini di età inferiore ai 6 anni, disabili e accompagnatori

 

La tariffa ridotta si applica alle seguenti tipologie di visitatori: gruppi di almeno 12 persone, under 18, over 65, scolaresche, studenti universitari, soci TCI, soci i Viaggi della mongolfiera, possessori Carta dei Musei del Sistema dei Musei Mantovani, soci ICOM. 

 

Come arrivare:

 

In auto, con uscita autostradale a Mantova Sud: 15 minuti di strada.

 

Per dormire e per mangiare potete fare riferimento agli esercizi elencati nei seguenti link:

 

 http://www.turismo.mantova.it/index.php/hotel/lista/slot/vivere

 

http://www.turismo.mantova.it/index.php/ristoranti/lista/slot/vivere

 

 

Fonte:

Ufficio Turistico di San Benedetto Po

da cui è tratta la foto a corredo dell'articolo

 

 
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