Castelrotto,
ai piedi dell’Alpe di Siusi
di
Renzo Montagnoli
C’è
un paese in provincia di Bolzano in cui ho villeggiato per diversi
anni, maggiormente in inverno piuttosto che in estate, vista la mia
passione per lo sci da fondo che praticavo sulla soprastante Alpe di
Siusi. Si tratta di Castelrotto (Kastelruth in tedesco), un ridente
borgo di grande attrazione turistica che richiama più tedeschi
che italiani e che comunque rappresenta una meta di numerosi Sci club
per uscite domenicali in inverno. L’origine del nome potrebbe
essere dovuta a un castello diroccato, appunto perché il
toponimo figura per la prima volta nel 982 – 987 come
Castelruptum, allorché il vescovo Albuino di Bressanone
scambiò il reddito della chiesa del paese con il vescovo
Ethico di Augusta. La proprietà del borgo passò più
volte di mano in mano, per finire nel XV secolo alla famiglia Kraus,
che esercitò il potere con magnanimità fino al 1847,
anno della sua estinzione. Già dominava l’impero
austro-ungarico, ma per la sconfitta nella Grande Guerra il paese,
come tutto il trentino e l’Alto Adige, venne annesso
all’Italia. La principale fonte di reddito è sempre
stata l’allevamento bovino, grazie alle grandi distese di prati
dell’Alpe di Siusi, ma, mano a mano che si incrementava il
flusso turistico questa è diventata l’attività
preminente, anche se quella primigenia continua ad avere un peso non
indifferente e costituisce un ulteriore elemento di attrattiva. Larga
parte del borgo vanta costruzioni recenti, soprattutto alberghi, ma
esiste un centro storico interessante e ben conservato che si
sviluppa intorno alla Chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo,
edificata a metà del XIX secolo su progetto di Wiener
Hofbaurat, una costruzione senza pretese di stile neoclassico, ma che
ben rappresenta l’architettura religiosa tirolese, con una
bella navata centrale, un alto campanile barocco e, sul retro, il
caratteristico camposanto. Inoltre, nei pressi di Siusi allo
Sciliar, frazione che fa parte del comune di Castelrotto insieme a
Bulla, Roncadizza, Oltretorrente, ci sono i ruderi di Castelvecchio
(in tedesco Burg Hauenstein), tutto cià che resta di una
fortificazione eretta nel XII secolo dai signori di Hauenstein, che
poi la cedettero ai von Wolkenstein, ma durante il loro dominio ci fu
un progressivo disinteressamento che provocò appunto la rovina
della stessa. Sempre restando in ambito culturale Castelrotto è
anche giustamente famoso per le facciate affrescate di diverse case
del centro storico. Quello che però ne ha decretato la fortuna
è il paesaggio naturale, che lì costituisce già
una mirabile anteprima di ciò che si può trovare su
all’Alpe di Siusi, con panorami di stupenda bellezza sia in
estate che in inverno. Tanto per dare un’idea di ciò che
si può vedere, ma è appena un abbozzo, perché
sono impossibili da riprodurre le sensazioni che si possono avere
solo in presenza, dico solo che all’Alpe lo sguardo spazia per
360 gradi sul Gruppo delle Odle e del Puez, sul Gruppo del Sella, sul
Sassolungo e sul Sassopiatto, sul Sass de Putia, sulla Marmolada,
sulle Pale di San Martino, sulle torri del Vajolet, sul Catinaccio e
sullo Sciliar, un panorama di incommensurabile bellezza. Inoltre
resiste ancora un’atmosfera tirolese, con diversi abitanti che
la domenica indossano i costumi tradizionali, e a proposito di
tradizioni un grande richiamo turitico è costituito da due
eventi che si svolgono ogni anno: il matrimonio contadino, che si ha
a gennaio poiché molto tempo fa i matrimoni non potevano che
avvenire d’inverno quando l’attività contadina era
alquanto rallentata, una cerimonia identica a quelle che si ebbero
fino agli anni ‘50, con sfilate di slitte trainate da cavalli,
con costumi di notevole effetto e con l’immancabile pranzo con
tante eccellenti specialità culinarie; la cavalcata di Oswald,
che avvienee a maggio, nel corso della quale 36 squadre, ognuna
composta da quattro cavalieri, si sfidano in gare di velocità
ed abilità per aggiudicarsi il trofeo costituito da uno
stendardo raffigurante il cavaliere Oswald von Wolkenstein.
Mi
pare perfino superfluo aggiungere che per dormire non ci sono
problemi, data la nutrita presenza di alberghi; per quanto concerne
la ristorazione la cucina tirolese è di eccellenza, in grado
di accontentare tutti i palati ed è un vero paradiso per i
ghiottoni.
In
estate sono numerosi e ben segnati i sentieri escursionistici, in
inverno, servite da moderni impianti di risalita, sono presenti piste
da discesa e da fondo di ogni difficoltà.
Quanto
al mio giudizio personale sono dell’opinione che Castelrotto,
grazie anche alla sua strategica posizione ai piedi dell’Alpe
di Siusi, rappresenti una meta che a definire stupenda può
anche apparire riduttivo.
N.B.:
Le foto a corredo dell’articolo sono state reperite su diversi
siti Internet.
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