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  Bell'Italia  »  La Sila, di Renzo Montagnoli 31/01/2021
 
La Sila

di Renzo Montagnoli



Sono trascorsi ormai molti anni da quando giravo in lungo e in largo per l’Italia per poter toccare con mano le bellezze del nostro paese e in una di queste gite sono arrivato fino in Calabria, con destinazione le più belle spiagge del litorale tirrenico. Poichè in quell’occasione sono rimasto in loco un po’ più a lungo della solita settimana, una giornata, stanco, ma non sazio di mare, ho deciso di spingermi all’interno e di visitare la Sila. E’ stata un’esperienza estremamente interessante e anche appagante perché mai mi sarei aspettato di trovare a queste latitudini aspetti del paesaggio alpino. Se ancor oggi mi pare di avvertire lo stupore che ho provato nel vedere quei luoghi, è invece più difficile rammentare il mio itinerario; tuttavia, proprio perché voglio avere una traccia di ciò che ho fatto, mi sforzerò, a beneficio non solo mio. Innanzitutto perché questo esteso altopiano, che è il più grande in Europa, si chiama Sila? Questo toponimo deriva dalla denominazione in epoca romana Silva Brutia, cioè selva dei Bruzi, che erano i suoi abitatori, un antico popolo per lo più dedito alla pastorizia che ben presto venne a contatto con i Greci insediati sulla costa ionica dove avevano fondato gli abitati di Sibari, di Crotone, di Krimisa. Non è mia intenzione scrivere la storia delle genti che nel corso dei secoli abitarono quelle zone, perché è l’aspetto paesaggistico che più mi preme, nonché la biodiversità che gli è propria (basti pensare che il lupo vi è radicato da tempo immemore, per non parlare della ricchezza e varietà delle specie arboree). Il parco nazionale della Sila, che si estende su circa 150.000 ettari, è costituito per circa l’80% da terreno boschivo e quindi a maggior ragione il nome di Sila appare quanto mai appropriato. Sebbene la natura appaia selvaggia non mancano tuttavia le località turistiche che richiamano numerosi escursionisti desiderosi di immergersi in questo paradiso verde, qua e là interrotto dall’azzurro di laghi e laghetti che non ti saresti mai aspettato, come l’Ampollino, il Cecita e l’Arvo, in cui è possibile praticare la pesca e, non in tutti e tre, anche il nuoto. Se i rilievi hanno un’altezza limitata, gli inverni freddi e nevosi di queste parti hanno fatto sì che siano sorte numerose e attezzate stazioni sciistiche invernali, come Lorica e Camigliatello Silano. In quest’ultima località, sita a 1.272 metri sul livello del mare, sono arrivato in una torrida giornata di agosto, ma ho trovato un immediato refrigerio, a cui non poco ha contribuito l’esteso bosco di larici che lo circonda, un polmone verde che rende l’aria leggera e profumata. Lì mi è stato detto che in inverno la neve non manca mai, anzi che facilmente si superano i due metri, per l’inevitabile gioia di chi vi si reca per sciare. Ma anche l’estate ha i suoi pregi, grazie alla temperatura mite e alla possibilità di fare delle entusiasmanti escursioni nei boschi oppure di usufruire del bacino lacustre artificiale di Cecita, che è il più grande della Sila. Benchè sia interdetto alla navigazione e alla balneazione le sue sponde richiamano molti appassionati di pesca alla trota che in quelle acque pare trovarsi a suo particolare agio. Vicino a Camigliatello e a una quota superiore (m. 1.450) sorge un villaggio, chiamato Fago del Soldato, i cui dintorni sono ricchi di prelibati funghi.

Lorica sorge a 1.314 m. s.l.m. ed è una frazione del comune di San Giovanni in Fiore; è un altro centro turistico, particolarmente pittoresco perchè sorge sulle sponde del lago Arvo, altro bacino artificiale, in cui è possibile la navigazione. Peraltro, come nel caso di Camigliatello, in inverno Lorica diventa un’attrazione per lo sci. Questo abitato è diventato da una ventina di anni la sede del Parco della Sila, con conseguenti benefici economici che hanno permesso un ulteriore sviluppo dell’attività turistica, grazie anche alla costruzione di importanti impianti di risalita realizzati nella valle del Cavaliere e che portano dalla quota di 1.405 metri a quella di 1.877.

La vera ricchezza della Sila, tuttavia, è data dall’abbondanza d’acqua, grazie ai numerosi fiumi come il Crati, lungo 91 Km., il Neto di 80 Km. e il Mucone di 54 Km. Ed è grazie a ciò se la regione Calabria è diventata una grande produttrice di energia elettrica, visti i numerosi bacini artificiali. Ecco quindi spiegato il mio stupore nel’immergermi in una natura ancora ben poco contaminata e che per diverse caratteristiche richiama quelle delle Alpi trentine, un motivo in più per scendere in Calabria non solo per le sue attrattive marine, in una varietà che il turista che desidera sapere e vedere non potrà che apprezzare.

Certo, la distanza dall’Italia settentrionale è molta e il viaggio si rivela lungo e abbastanza impegnativo, ma poi là si è ripagati abbondantemente delle fatiche sostenute, dall’azzurro cristallino del mare al verde intenso dei boschi.



Fonti: Wikipedia; Parco Nazionale della Sila; Camigliatello Silano; Proloco Lorica.


Nota: Le fotografie a corredo dell’articolo sono state reperite su diversi siti Internet e sono afferenti ad alcuni dei luoghi descritti.


 
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