La
perla del barocco
di
Renzo Montagnoli
Lecce
è una graziosa città di circa 90.000 abitanti, famosa
per ricomprendere nel suo territorio provinciale gran parte della
penisola Salentina, con le sue bellissime coste, ma
è anche conosciuta come la
Firenze del Sud, oppure, più diffusamente, come la perla del
barocco. Infatti questa forma artistica e architettonica,
sviluppatasi fra la fine del XVI secolo e la prima metà del
XVIII, è un tripudio di sgargianti decorazioni che
impreziosiscono edifici che in sé non sarebbero degni di nota.
Iniziò tutto con la dominazione spagnola, che dell’estetica
delle facciate dei palazzi aveva un vero e proprio culto, ma prosegui
anche quando gli iberici se ne
andarono, tanto ormai il
gusto era radicato. Per vedere un’apoteosi di questa
straordinaria arte occorre addentrarsi nel centro storico della città
e per far questo si accede dall’Arco di trionfo, eretto nel
1548 in onore di Carlo V, comunemente chiamato Porta Napoli, una
struttura in pietra bianca di Lecce in perfetto stile barocco. Poi,
procedendo, si finisce con l’arrivare in Piazza Sant’Oronzo,
la maggiore piazza della città che costituiva anche in epoca
romana la fine della via Appia; nel bel mezzo si fa notare la statua
di Sant’Oronzo, il protettore di Lecce, edificata nel 1666 dopo
che era finita un’epidemia di peste iniziata dieci anni prima.
Al lato sud della piazza c’è un’ulteriore
testimonianza romana, con il celebre anfiteatro del II secolo d.C.,
solo in parte riportato alla luce, perché il resrto è
sepolto sotto le strade e i palazzi della città. La
cattolicissima Spagna, oltre a introdurre il barocco, testimoniò
la sua presenza anche con numerose chiese, di cui le più
interessanti sono:
-
la basilica di Santa Croce, la cui costruzione iniziò nel
1353, con interruzione dei lavori fino al 1549, allorchè
ripresero e portarono al suo completamento nel 1695; il periodo è
lungo, ma il risultato è eccellente, considerata la splendida
facciata barocca in pietra bianca locale e infatti è giusto
evidenziare lo splendore artistico costituito dal
grande rosone centrale di stile romanico, da quattro colonne, da
nicchie, da telamoni, da creauture immaginarie, da animali e da
personaggi mitologici, insomma una vera rarità di
straordinaria bellezza.
-
il Duomo, con una piazza racchiusa da edifici civili, un
tempio di notevole bellezza. Del
resto l’edificio religioso,
originariamente edificato nel 1144, ricostruito nel 1230 e infine
totalmente restaurato nel 1659 – 1670, è un trionfo del
barocco sia all’esterno che all’interno.
Quest’arte,
a volte sovrabbondante, ma più spesso evoluta verso una fuga
fino in cielo, non si riscontra solo a Lecce, ma in tutta la sua
provincia, con chiese che meritano senz’altro di essere viste,
come, solo per citarne alcune, la chiesa di San Domenico di Ceglie
Messapica, la basilica di San Martino a Martina Franca, o anche altri
edifici, non solo religiosi (Monastero delle Carmelitane Scalze a
Gallipoli, l’ex convento degli Agostiniani a Melpignano, il
Palazzo dell’Università a Nardò).
Quindi,
chi
è appassionato di questa forma architettonica e della relativa
arte, non ha che l’imbarazzo della scelta, anche se sarà
stimolato
a visitare tutte queste opere, un’occasione che, se non unica,
è almeno rara, visto che sono concentrate tutte nel medesimo
territorio. Il problema eventualmente è la distanza perché
Lecce è nel tacco dello stivale italiano, ma per non
pregiudicare altre possibilità, questa volta rappresentate
dalla bellissima natura di questa provincia del sud, si
potrebbe conciliare l’aspetto
artistico con quello balneare, perché le spiagge di Otranto e
di Gallipoli non sono lontane dal capoluogo e sono certamente
appaganti.
Fonti:
Wikipedia; EdenPuglia; www.salento.com;
Compagnia dei Viaggiatori.
Nota:
le foto a corredo dell’articolo sono state reperite in diverse
fonti Internet.
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