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  Bell'Italia  »  L’isola del Giglio, di Renzo Montagnoli 30/07/2022
 
L’isola del Giglio

di Renzo Montagnoli



Fra le numerose isole toscane, di cui la più estesa è quella d’Elba, troviamo anche l’isola del Giglio, quasi di fronte a Porto Santo Stefano, da cui è separata da un tratto di mare lungo all’incirca 16 miglia, un percorso non lungo (in Km. sarebbero una trentina) tanto che dal Promontorio dell’Argentario nelle giornate limpide è possibile intravvederla, pur trattandosi di un’entità né molto estesa (circa 21 Kmq.), né particolarmente alta sull’acqua, visto che la cima della montagna, da cui è costituita e chiamata Poggio della Pagana, arriva appena a 496 metri.

Se l’Argentario presenta delle notevoli bellezze naturali l’isola del Giglio non è certamente da meno, perché lungo il perimetro costiero di 27 Km., in gran parte roccioso, si aprono delle spiagge, per lo più piccole, ma suggestive in cui oltre alla possibilità di praticare la balneazione è possibile anche godere di giornate di assoluto relax. A parte la spiaggia di Campese, la più grande che si trova sul lato di Nord-Ovest, tutte le altre (Arenella, Cannelle e Caldane) sono situate sul versante orientale.

L’isola ha una lunga tradizione di insediamenti umani, visto che era già abitata nel corso dell’età del ferro; in seguito diventò una base militare etrusca e successivamente romana e doveva essere di tutto rispetto se perfino Giulio Cesare la cita nel De bello civili. Del resto sono presenti testimonianze della presenza dei romani, con un sito archeologico, vicino a Giglio Porto e sotto il livello del mare, con resti di una villa romana. Nel medioevo l’isola divenne possedimento della famiglia Aldobrandeschi e poi del Comune di Perugia; a titolo di cronaca al largo delle sue coste nel 1241 la flotta pisana sconfisse quella genovese. E anche i Pisani ne divennero dominatori, seguiti dai Medici di Firenze; purtroppo, data anche la posizione, era soggetta a frequenti incursioni piratesche, di cui la peggiore fu nel 1544, allorché Khayr al-Din Barbarossa la saccheggiò, uccidendo i difensori e deportando come schiavi più di settecento abitanti. L’isola si spopolò, ma i Medici provvidero a reintegrare la popolazione con genti del senese; nonostante tutti gli sforzi per limitare le incursioni turche queste continuarono fino al 1799. Per i poveri gigliesi dovevano essere un incubo questi pirati e io immagino il terrore che si diffondeva a macchia d’olio non appena le sentinelle avvistavano le vele della flotta turca e davano l’allarme, probabilmente suonando le campane a martello; e allora c’era gente che raccoglieva le proprie cose, che cercava rifugio in cima alla montagna, dove pregava sperando in una difesa vincente, oppure in improbabili soccorsi. Non si trattava solo di perdere dei beni, perché, se non si riusciva a porsi in salvo, o si era ammazzati, o si veniva schiavizzati. Più recentemente l’isola, prima dominio del Granduca di Toscana, poi finalmente parte integrante del Regno d’Italia, ha avuto un evento storico di grande clamore, con il naufragio della Costa Concordia avvenuto la sera del 13 gennaio 2012, fatto molto noto, tanto che non ritengo necessario dilungarmi.

La popolazione occupa quattro frazioni: Giannutri, un’isoletta che si trova a circa 14 km. a sud-.est dell’Isola del Giglio, Giglio Campese, Giglio Porto, unico porto dove arrivano e partono le imbarcazioni che collegano con la terraferma e Giglio Castello, che è il capoluogo.

Ciò premesso l’attrattiva principale dell’isola è la bellezza della natura che, nonostante il consistente flusso turistico, riesce a conservarsi abbastanza bene. Ricoperta in larga parte dalle tipiche piante della macchia mediterranea ha un solo bosco, una pineta, sita su un promontorio a settentrione di Giglio Castello, intorno al vecchio faro. Le colture sono necessariamente ridotte, ma la più importante è quella della vite, le cui uve forniscono un vino eccellente, l’Ansonaco. Le meraviglie però sono altre, il mare bello, pulito che bagna spiagge da sogno, di cui, secondo me, la più bella è quella delle Cannelle. Se però si desidera vedere altri aspetti del territorio, tipo monumenti, non resta che fare una visita alle frazioni e così assai interessante è Giglio Castello, con il suo borgo medievale e la caratteristica chiesa del XV secolo di San Pietro Apostolo; sul lato ovest poi c’è Giglio Campese, con il suo tipico faraglione e le torri del Campese e del Lazzaretto, la cui funzione era di essere un osservatorio per poter segnalare in tempo l’arrivo dei pirati; Giglio Porto è l’unico porto dell’isola, piccolo e variopinto, anche lui con la sua bella torre di avvistamento, le torre del Saraceno, ed è questa frazione il punto di partenza per andare a zonzo sull’isola, ricorrendo al servizio di autobus di linea, al taxi o prendendo a noleggio una motoretta o una bici.


Come arrivare:

Con il traghetto da Porto Stefano, località facilmente raggiungibile, con corse plurigiornaliere effettuate da Toremar e Mare Giglio ; al riguardo si possono avere molte più informazioni cliccando ui seguenti link:

https://www.toremar.it/;

https://www.maregiglio.it/



Ospitalità:

Non mancano diverse e articolate soluzioni. Come gli alberghi, bed & breakfast, appartamenti e camping e lo stesso dicasi per la ristorazione; anche in tal caso si prega di cliccare sui seguenti link:

https://www.giglioinfo.it/isola-del-giglio/dove-dormire-al-giglio/hotel-e-alberghi/;

https://www.giglioinfo.it/isola-del-giglio/dove-dormire-al-giglio/bed-and-breakfast/;

https://www.giglioinfo.it/isola-del-giglio/dove-dormire-al-giglio/appartamenti-e-case-vacanza/;

https://www.giglioinfo.it/isola-del-giglio/dove-dormire-al-giglio/camping/;

https://www.giglioinfo.it/isola-del-giglio/mangiare-e-bere/ristoranti-e-pizzerie/


Fonti: Wikipedia; Informazioni turistiche e guida al Giglio; Toscana.info



Nota: le foto a corredo dell’articolo sono state reperite in diversi Siti Internet


 
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